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Un registro pubblico delle sperimentazioni cliniche per pubblicarne i risultati
Inserito il 08 settembre 2004 alle 22:43:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
Commento: prima date il buon esempio!
L'iniziativa appare lodevole ma insufficiente e troppo sbilanciata quanto ad impegno a carico degli sponsors. Essa, infatti, non risolve il problema principale ossia la non pubblicazione di risultati negativi o dubbi o inconcludenti. Il fatto che un trial sia iscritto secondo certi parametri in un pubblico registro, non risolve affatto il problema della mancata diffusione dei dati nella comunità medica internazionale. Sarà sempre possibile, infatti, non pubblicare i dati di un trial negativo. Anche se i risultati saranno accessibili a tutti chi si assumerà l'onere di diffonderli? La proposta che mi sento di formulare e che intendo, modestamente sottoporre anche al ICMJE è la seguente: lo sponsor, gli Autori dello studio e gli estensori del report clinico firmano con ICMJE un contratto in cui tutti si impegnano, ognuno per la propria parte, a pubblicare i risultati dello studio registrato, qualunque essi siano. I costi delle pubblicazioni negative dovrebbero essere equamente ripartiti tra enti pubblici, lo stesso ICMJE (rischio d’impresa per finalità pubbliche) e sponsor. A carico degli Autori non dovrebbe andare nessuna penalizzazione, né in termine di ritorno scientifico, né in termini economici, se lo studio desse risultati negativi per evitare ogni tentazione e minimizzare i rischi di alterazione dei risultati dello studio al fine di ottenere risultati positivi. I membri del ICMJE dovrebbero inoltre impegnarsi a dare ad un trial con risultato negativo lo stesso risalto che sarebbe stato accordato qualora lo studio avesse prodotto risultati positivi. Solo in questo modo saremo certi che non solo un trial sia stato effettuato, ma anche che i relativi risultati saranno divulgati con la stessa enfasi di ogni altro lavoro. Anche gli editori devono contribuire a questo risultato; è troppo comodo chiedere che siano solo gli sponsors a sostenere i costi dell'operazione trasparenza. Se il fine è il rispetto e la valorizzazione dell'altruismo dei volontari nell'acquisizione e nella conoscenza di tutte le informazioni, gli editori prima di tutto devono rinunciare alla politica di far pagare per consultare le riviste, almeno nella forma elettronica. L'operazione rispetto e trasparenza passa attraverso l'impegno di tutta la filiera, nessuno deve tirarsi indietro e puntare l'indice contro gli altri. Che ognuno faccia la sua parte!

Luca Puccetti
 
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