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Osservazioni dell'EpaC Onlus sulla consensus su screening per HCV
Inserito il 02 settembre 2005 alle 18:50:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
Spunti di riflessione
Spunti di riflessione
Vogliamo proporre infine, spunti di riflessione in parte già descritti con l’unico fine di ampliare i criteri di valutazione per un tema così delicato.

Una valutazione complessiva bene fatta, dovrebbe tenere in considerazione 5 fattori determinanti:

 Benefici clinici.
 Benefici economici.
 Il diritto del cittadino di essere curato.
 Il dovere delle Istituzioni di mettere i cittadini nelle condizioni di sapere, prevenire e poter limitare il danno.
 Il dovere delle Istituzioni di impedire la diffusione di virus infettivi e tutelare le persone che sono a contatto con il soggetto portatore di infezione.

Vale la pena anche porsi alcune domande molto importanti poiché la loro risposta può fornire ulteriori informazioni utili nell’adempimento di un compito arduo ma possibile.

QUANTI SONO, IN ITALIA, I PAZIENTI INFETTI MA TUTTORA INCONSAPEVOLI DI ESSERE PORTATORI DI INFEZIONE DA HCV?
Ci pare un punto di partenza essenziale, per stabilire quanto serio, dispendioso e impegnativo può essere il lavoro.

QUANTI SONO OGNI ANNO I DECESSI RICONDICIBILI ALL’EPATITE C?
Rispondere a questa domanda aiuta a capire con quale fenomeno ci stiamo misurando. Noi di EPAC abbiamo tentato di ricostruire questa informazione secondo alcune informazioni disponibili. Tab. allegata.

UNO SCREENING PUO’, NEL MEDIO E LUNGO PERIODO, RIDURRE I COSTI SOCIO ECONOMICI CAUSATI DALL’EPATITE C? IN ALTRE PAROLE, UNA EPATITE C SCOPERTA QUANTO COSTA E QUANTO PUO’ COSTARE NON SCOPRIRLA?
Approfondimento indispensabile, per fare una valutazione coerente

DA UN PUNTO DI VISTA ETICO E MORALE, E’ ACCETTABILE ESCLUDERE DAGLI SCREENING CATEGORIE DI PAZIENTI PER CALCOLI ECONOMICI?
Comprendiamo che tale quesito è fuori luogo ma non per questo, ci si può sottrarre. Non possiamo sottrarci all’etica ed alla morale, sarebbe come rinnegare le basi del nostro vivere quotidiano.

ESISTONO ELEMENTI DI VALUTAZIONE PER STABILIRE UN MODELLO ACCETTABILE DI “COSTO BENEFICO”?
Su questa domanda vogliamo indicare un modello operativo adottato dal Ministero della Salute che non può non fare testo. Prendiamo in esame il modello adottato per lo screening della BSE (meglio conosciuta come “Mucca Pazza”). Il Ministero della Salute, sostiene di avere effettuato negli anni 2001, 2002, 2003, 1.490.000 test per scoprire nuovi casi di BSE.
http://www.ministerosalute.it/alimenti/sicurezza/bse.jsp?lang=italiano&label=bsea&id=228&
I casi diagnosticati al 2003 sono stati 101.
Questo significa un rapporto di 14750 a 1. Ovvero, per diagnosticare un caso di BSE sono stati eseguiti 14750 test.
Considerato che il Ministero della Salute ritiene positiva questa attività di sorveglianza, senza badare troppo al “costo-beneficio” ci pare un elemento di partenza molto interessante per lavorare e stabilire quali categorie a rischio screenare per l’epatite C e soprattutto quale sia il “margine di tolleranza consentito” per questo genere di sorveglianza epidemiologica.

“Attualmente, in Italia, il virus dell’Epatite C è la causa
del più alto numero di decessi tra le malattie infettive conosciute”
Decessi in un anno per malattie infettive

** COA, Not Ist. Super Sanità 2003; 16 (11) Suppl 1
*stime HCV da Dati ISTAT 2000 + Rapporti ISTISAN 00/32

 
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