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La relazione tra incesto, pornografia e uso di Internet
Inserito il 09 ottobre 2005 alle 10:13:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
uso pornografia
Uso della pornografia nel sexual offender

Da più parti si è cercato di determinare se nel fenomeno incesto, nel child abuse e nei reati a sfondo sessuale in genere, l’uso della pornografia sia da considerare un fattore predittivo di rischio. Si è anche cercato di determinare il tipo di pornografia più usato dai child abusers. I risultati non sono completamente univoci.

Già nel 1988 Langevin aveva studiato un possibile rapporto tra fruizione di pornografia come riviste o film e crimini a sfondo sessuale. Lo studio era condotto in Canada su 227 sex-offenders e 50 controlli. Nei risultati la pornografia non risultava collegata alla commissione di reati sessuali ne’ alla recidività criminale dei sex-offenders (15). Lo stesso Langevin pubblica due successivi studi nel 1995 e nel 2004, quest’ultimo condotto su un nutrito campione di 561 sex-offenders dei quali 181 erano child abusers e 223 avevano commesso abuso con incesto. Su 561 solo il 17% risultava fare uso regolare di pornografia (23).

Questa apparente contraddizione può essere, secondo noi, chiarita se si tiene conto dei risultati di Marshall (24) e di Howitt (16). Nel child abuser, infatti, la fruizione del materiale pornografico non sembra essere collegata a un generico fattore di rischio quanto invece utilizzata immediatamente in preparazione all’abuso. In tutti questi studi un elemento comune risultava l’uso nei child abusers di materiale soft-core o eterosessuale adulto, mentre la pornografia infantile era sorprendentemente rara.

Una tesi di laurea di Wheeler del 1997 sembrerebbe invece arrivare a conclusioni leggermente diverse identificando un rapporto più diretto tra il reato a sfondo sessuale e la fruizione di pornografia (22) ma anche lo stesso Wheeler conferma la funzione immediatamente preparatoria del materiale pornografico che nella sua casistica ammonta a oltre il 33%.

Contrariamente a quanto sostenuto dal Progetto COPINE, dunque, questa revisione della letteratura sull’argomento sembrerebbe escludere l’uso di pornografia e, nello specifico, la pornografia infantile come fattore di rischio nello sviluppo della condotta pedofilica o come chiaramente predittivo di comportamento criminale.

Sulla base della revisione della letteratura esistente, l’uso di pornografia anche infantile sembrerebbe invece assimilabile all’utilizzo di alcool o droghe nella preparazione all’atto criminale. L’uso del materiale pornografico sarebbe inoltre un fattore scatenante in personalità criminali già formate e spesso recidive come sottolineato chiaramente da Marshall (24) quando evidenzia una diretta correlazione dell’uso del materiale pornografico con la cronicità dell’abuso e la criminalità sessuale ricorrente.
 
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