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La relazione tra incesto, pornografia e uso di Internet
Inserito il 09 ottobre 2005 alle 10:13:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
peer to peer
Un aspetto particolare: il peer-to-peer

Non tutto l’accesso alla pedo-pornografia tramite Internet si verifica tramite veri e propri siti web o i newsgroups. Negli ultimi anni ha acquisito un’importanza crescente l’utilizzo del cosiddetto peer-to-peer file sharing di cui esempio storico è il celebre Napster con i suoi cloni. Laddove il sito web o il newsgroup è ospitato su un computer centrale o server, che autorizza l’accesso e il download delle informazioni, il peer-to-peer file sharing ha una struttura più simile a una rete dove viene ricercato un titolo di file anche parziale e il richiedente seleziona gli utenti in quel momento connessi che ne possiedono sul proprio computer una o più parti. Queste vengono in seguito trasmesse al ricevente in modo automatico, senza che si abbia un vero e proprio assenso all’invio da parte del possessore del file. Si viene così a creare un sistema non più gerarchico ma estremamente delocalizzato e con struttura di rete letteralmente costruita volta per volta dal fruitore anziché dal creatore del sito.

Non è raro che in questi ambienti esistano dei files che sono particolarmente ricercati che diventano, quindi, una preziosa “moneta di scambio”. La possibilità, da parte di chi offre il file, di alterarne il titolo costituisce un ulteriore elemento di rischio per l’utente che si trova, non di rado, a prelevare dei files che corrispondono a tutt’altro materiale rispetto a quanto era stato ricercato. Questo è particolarmente vero nel caso in cui si associno ai files delle keywords dal momento che, a differenza di files “innocui” le immagini pornografiche vengono sempre associate con un gran numero di keywords (es. anal, black, asian, teen, amateur, young, female, incest, pedo, pre-teen etc.) ed e’ quindi tutt’altro che raro che la ricerca con una particolare keyword porti al reperimento di materiale di tutt’altro genere.


Il peer-to-peer file sharing, da semplice ambiente di scambio di files musicali, è diventato via via sempre più sofisticato e ricco di “merce” grazie all’incremento del bacino di utenza e alla crescente velocità ed efficienza delle connessioni. Oltre a questo, si deve notare come tale sistema costituisce al giorno d’oggi il metodo preferito dai ragazzi per ottenere materiale visivo o sonoro. Infatti, l’accesso a un sito web che ospiti materiale commerciale (come sono appunto i files musicali o il materiale cinematografico) può richiedere un’autenticazione dell’identità e a volte l’invio di dati di carta di credito mentre il peer-to-peer file sharing è libero per tutti. Questo costituisce da una parte un maggiore fattore di rischio nei confronti dei minori che si trovano esposti a una mole di materiale pornografico immensamente superiore a quella dei classici siti web e dall’altra un agevole mezzo di “agganciamento” tramite le funzioni chat che sono sempre integrate nel software. Ad analoghe conclusioni è arrivato nel 2000 Greenfield (8).

R. Benci
 
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