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Sirchia: solita sparata nel mucchio (dei medici)
Inserito il 16 febbraio 2005 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Il ministro Sirchia continua imperterrito nella sua opera di demolizione del prestigio e della dignità dei medici con l'ennesima accusa di leggerezza e disonestà.

Nel corso del convegno su ''Invecchiamento e consumo dei farmaci, svoltosi a Milano il 14/02/05 il ministro Sirchia ha accusato Farmindustria di non investire in ricera in Italia e di spingere i medici alla prescrizione di alcune molecole non utili alla cura dei pazienti, ma per altri interessi.
''Le case farmaceutiche - ha affermato Sirchia - non sanno proporre una vera politica del farmaco: chiedono e basta, senza mai prendersi nessun rischio Non producono nessuna nuova molecole, ma spacciano per innovazione modifiche di molecole vecchie solo per 'spuntare' prezzi piu' alti: un gioco di prestigio che noi non accettiamo. Se le multinazionali usano questo Paese soltanto per vendere, e non per investire, le aziende italiane, pur di fronte a reali possibilita' di sviluppo, pretendono solo detassazioni e maggiori rimborsi. Vogliono pagamenti a fondo perduto - E' una politica impossibile. Senza contare la promozione di alcune classi di medicinali presso i medici: un atteggiamento che non serve il malato, bensi' altri interessi. Qualcuno mi dovra' anche spiegare perche' la spesa aumenta in modo consistente solo in certe Regioni, che magari inseriscono nei Lea pratiche di efficacia non dimostrata e poi battono cassa''. E qualcuno mi dovra' spiegare anche la politica delle industrie farmaceutiche, perche' proprio non l'ho capita. Non investono, o se investono non lo fanno in Italia. Non vedo nuove molecole, ne' studi di confronto tra un nuovo farmaco e il medicinale di riferimento per quella categoria, ma vedo solo modifiche di vecchie molecole e studi di confronto con placebo. Servono farmaci per l'Alzheimer e le demenze, e invece vedo solo statine. Tante che non sappiamo piu' dove metterle. Insomma abbiamo tutti gli strumenti per lavorare insieme in modo costruttivo, ma bisogna capire se c'e' la volonta' per farlo, l'etica del sistema viene prima degli interessi commerciali. I medici prescrivono farmaci non indispensabili e per questo fuori prontuario. E' un atteggiamento diffuso, tanto da generare periodicamente campagne stampa spesso strumentali. Ma com'e' possibile, con un prontuario come quello che abbiamo? E qual e' la ragione per cui la spesa e la ricettazione sono aumentate solo per due o tre classi di farmaci? Qualcuno me lo dovra' spiegare. Anche se la risposta la so e non la ripeto perche' e' impopolare: sono ragioni che nulla hanno a che fare con la salute, ma con interessi commerciali, e sono percio' intollerabili.

Tra il pubblico era presente Federico Nazzari, presidente di Farmindustria il quale ha duramente replicato:

''In tre anni questo governo e' stato capace di prendere nove provvedimenti a carico dell'industria farmaceutica, sui prezzi o sugli aspetti fiscali. Ed e' difficile pretendere da un comparto industriale che deve pianificare i suoi interventi per lo meno nel medio termine, ma nel lungo, se parliamo di ricerca, se poi ogni tre-quattro mesi lo prendi a bastonare sui denti. E' per questo motivo che le aziende investono fuori dall'Italia. I prezzi italiani sono il 21% sotto la media europea e dei 12 miliardi di spesa 2004, 800 milioni li sta restituendo l'industria in base a una legge iniqua''.

Dure repliche anche da parte del presidente della federazione nazionale degli ordini dei medici Del Barone:

''I medici prescrivono secondo scienza e coscienza e di certo non mettono a repentaglio la salute dei loro pazienti per qualche benefit di poco conto''.

Anche il segretario generale nazionale della FIMMG si scaglia contro il ministro:

"I medici italiani non hanno la ricetta facile e non sono succubi dell'industria farmaceutica. Tutti i medici, e in particolare i medici di famiglia prescrivono mediamente meno dei colleghi di tutti i paesi più avanzati d'Europa e del mondo con risultati di gran lunga superiori, vedi invecchiamento della popolazione, come certificato dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità. Il vero obiettivo che si vuole conseguire con attacchi indiscriminati e con la 'militarizzazione' della sanità italiana, come mostrano gli accordi siglati con la Guardia di Finanza - aggiunge - è quello di voler far credere ai cittadini che essa è non già sottofinanziata, ma piena di medici spreconi e disonesti. "

Altrettanto dura la replica del presidente della Federazione delle Associazioni dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi), Ido Iori:

''Il medico agisce secondo scienza e coscienza. Sirchia, con i suoi attacchi e con l'occhio rivolto solo ai conti dello Stato, mette i camici bianchi nelle condizioni di privare il paziente di farmaci efficaci e idonei. Nonostante sia un medico di lunga esperienza, continua a credere che i pazienti assumano i farmaci per il puro piacere di prenderli e che i medici li assecondino. Purtroppo, i malati ci sono e molti sono gravi e hanno bisogno di essere curati in modo appropriato e con terapie protratte nel tempo. Nel suo attacco contro il mondo dei farmaci Sirchia accusa le multinazionali di utilizzare l'Italia come mercato distributivo e di non fare ricerca. Dimentica che in questo Paese fare ricerca clinica e' difficile e rischioso, perche' il percorso di una sperimentazione e' a ostacoli e le regole che governano il mercato del farmaco in Italia cambiano in continuazione''.

Fonte Doctornews n. 148 e 151 Febbraio 2005

I commenti di Luca Puccetti e Renato Rossi

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