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Sud Italia la regione europea più povera: rischio salute per i bambini
Inserito il 03 ottobre 2005 da admin. - pediatria - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Ricercatori dell'Istituto Mario Negri dipingono il sud come un luogo di povertà e degrado, dove la salute dei bambini sarebbe a rischio.

Secondo Maurizio Bonati e Rita Campi dell'Istituto Mario Negri di Milano, se il Sud italia fosse uno stato indipendente sarebbe la nazione più povera di Europa. Ci sarebbero, secondo gli Autori, 7,3 milioni (35.4% della popolazione) di poveri, che vivrebbero con meno di 521 euro al mese. Tra questi 4,6 milioni (63.3%) sono estremamente poveri, vivendo con meno di 435 euro mensili. Ponendo ad uno la media europea dell'indice di povertà, tra i 21 paesi si andrebbe da un minimo di 0,3 della Slovacchia ad un massimo dell'1,4 dell'Irlanda. L'indice dell'Italia è 0,6 ma nel nord sarebbe dello 0,4 mentre nel sud ammonterebbe a 2,3. Questa condizione sarebbe responsabile di minori opportunità di salute specie per i bambini. La mortalità neonatale sarebbe 4 volte più elevata al sud (Sicilia e Basilicata: 5,7 per 1000 nati vivi) che al nord (Friuli Venezia Giulia: 1,3 per 1000). Il rischio di morte neonatale precoce per basso peso alla nascita in Sicilia o Abruzzo sarebbe nove volte più alto che in Valle d' Aosta (tassi del 91,7 e 101,7 per 1000 nati vivi versus 11,4 per 1000, rispettivamente). La spiegazione risiederebbe in una forte disparità nella qualità e nell'offerta di servizi assistenziali tra nord e sud Italia. Secondo gli Autori ben il 22% dei ricoveri dei ragazzi della Basilicata e del Molise ed il 13% di quelli della Calabria avverrebbero negli ospedali del nord, e questo dimostrerebbe che al sud non ci sono servizi adeguati. Gli autori denunciano inoltre più alti tassi di abbandono scolastico, di disoccupazione giovanile di mancanza di asili nido e così via. Infine viene denunciato dagli Autori che nel piano sanitario nazionale 2003-2005 non ci sarebbe alcun accenno per risolvere queste disparità nella qualità e nell'accesso alle cure dei bambini. Sempre secondo gli autori, con l'attuale governo Berlusconi, decenni di conquiste sociali sarebbero andate perdute per le riforme di privatizzazione andate a vantaggio di pochi.

Fonte: PLOS Medicine, Sett. 2005; 2(9)
DOI: 10.1371/journal.pmed.0020250

Commento di Luca Puccetti

Gli Autori hanno finalmente scoperto la questione meridionale! Ci voleva proprio qualcuno che facesse questa mirabolante scoperta. Raramente mi sono imbattutto in un lavoro pubblicato su un giornale scientifico tanto pieno di pregiudizi, ovvietà storiche e paragoni scorretti (una parte vs il tutto, come nel paragone tra l'indice di povertà del sud Italia con la media delle altre nazioni europee e non delle singole regioni o macroaree, come avrebbe dovuto essere). Si propongono statistiche, direi eroiche, che mettono al primo posto per indice di povertà la misera Irlanda e all'ultimo l'opulenta Slovacchia. Si assiste ad un florilegio di affermazioni assolutamente destituite di fondamento come quella di attribuire ai medici di medicina generale e ai pediatri il ruolo di gate-keeper (non se ne parla più nemmeno in Inghilterra, dove infatti cercano all'estero persino i medici), o alla ripresa di intere frasi tratte da pubblicazioni terzomondiste, vaneggianti di un Italia che sarebbe stata devastata durante l'attuale legislatura da brutali riforme di smantellamento dello stato sociale per privatizzazioni selvagge a vantaggio di pochi e danno di molti e dalle immancabili spese militari per la spedizione in Iraq. Ci chiediamo che cosa c'entri questo con un giornale scientifico, e quale sia il ruolo di un Istituto come il Mario Negri in questa vicenda. Trattasi delle idee personali degli Autori o la posizione espressa riguarda anche l'Istituto? Se così fosse, corenza vorrebbe di non accettare alcun contributo da uno stato tanto meritevole di censura.

per un dibattito articolato sul tema andare alla sezione agorà


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