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FISM: Società scientifiche e conflitto di interessi
Inserito il 10 novembre 2005 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Solo soluzioni ampiamente condivise da tutti i principali attori del sistema costituiscono l’unica via d’uscita praticabile.

Nel marzo del 2004 FISM ha organizzato a Milano un incontro sul tema del conflitto d’interessi nell’ambito della formazione ECM. L’obiettivo prioritario era poter giungere ad una definizione del conflitto d’interessi nell’ambito della formazione ECM che fosse il più possibile condivisa da tutti i numerosi attori presenti nel sistema. L’evento ha consentito a FISM di proporre e circolare un testo con l’obiettivo di ottenere un’ampia convergenza di opinioni sullo stesso. A distanza di 18 mesi dobbiamo costatare come i risultati ottenuti siano stati inferiori alle aspettative nonostante i numerosi contributi pervenuti sul forum di discussione attivato da FISM dopo l’evento.
“Riteniamo d’estrema attualità – afferma il prof. Gino Luporini, Presidente di FISM – l’organizzazione di un secondo workshop su questa scottante tematica, convinti come siamo che solo soluzioni ampiamente condivise da tutti i principali attori del sistema costituiscono l’unica via d’uscita praticabile ed accettabile. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, come strumenti quali la sponsorizzazione e la donazione vengano spesso utilizzati in modo inappropriato aprendo così la strada a contestazioni e contenziosi. Il workshop FISM si prefigge due principali obiettivi; il primo è di fare chiarezza una volta per tutte in questa materia molto controversa; il secondo è di costituire un tavolo di confronto capace di produrre un documento unitario che stabilisca regole certe ed interpretazioni univoche.”

Fonte: FISM

Commento di Luca Puccetti
In medicina non esiste l'assenza di conflitto di interessi. Invece di perseverare con ipocriti infingimenti l'unica strada è quella di dichiarare i vari interessi in gioco da parte di tutti gli attori. Nel caso della formazione chi assiste dovrebbe avere il diritto di sapere quali sono gli interessi dichiarati dagli sponsor, dai relatori e dal provider.
Il provider dovrebbe essere non un privato, come è adesso nella maggioranza dei casi, ma una società scientifica o un istituto a carattere scientifico. L'essere dispensatore di servizi assistenziali, anche pubblici, non è criterio automatico per esercitare formazione. I privati dovrebbero svolgere l'unico ruolo di fornire servizi ai providers. Il provider dovrebbe trovare il modo di riequilibrare adeguatamente le informazioni fornite da relatori che hanno dichiarato i loro interessi e che dunque sono propugnatori di una tesi di parte. L'unica soluzione al conflitto di interessi è dunque dichiarare quali sono gli ineluttabili interessi e rendere pubblica tale dichiarazione.

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