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Metilfenidato moderatamente efficace nell'autismo
Inserito il 08 febbraio 2005 da admin. - neurologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Il metilfenidato è efficace nell'autismo, ma gli effetti collaterali sono frequenti.

Obiettivo dello studio era valutare il profilo di efficacia e di tollerabilità metilfenidato in bambini con sviluppo pervasivo del comportamentoe iperattività. Si tratta di uno studio in doppio cieco , controllato con placebo con crossover, seguito da una fase di follow-up in aperto. Sono stati arruolati 72 bambinidi età tra 5 e 14 anni affetti da sviluppo pervasivo del comportamentoe iperattività. Prima della randomizzazione per una settimana ogni soggetto ha ricevuto placebo il primo giorno e successivamente dosi crescenti di metilfenidato (dosi basse, medie e alte,) somministrate ogni 2 giorni. Le dosi basse, medie od alte di metilfenidato erano stabilite in base al peso e oscillvano tra 7,5 mg/die a 50.0 mg/die in dosi refratte. I 66 soggetti che tollerarono la dose test (n = 66) sono stati assegnati a ricevere placebo per 1 settimana e successivamente 3 dosi di metilfenidato in modo randomizzato durante l fase di crossover. I bambini che avevano risposto al metilfenidato furono inseriti in uno studio di 8 settimane in aperto durante il quale ognuno continuò a ricevere la dose che assumeva nella fase di crossover. Il principale edn point predefinito era l'andamento della sottoscala per l'iperattività dell' Aberrant Behavior Checklist valutata da parte dell'insegnante. IL metilfenidato si è dimostratto superiore al placebo per quanto concerne l'end point primario e 35 (49%) dei 72 soeggtti arruolati sono stati definiti responders al metilfenidatoL'interruzione dello studio per la comparsa di eventi avversi è stata osservata in 13 (18%) dei 72 soggetti.
Gli autori concludono che il metilfenidato è spesso efficace nel trattamento dell'iperattività associata al disturbo comportamentale pervasivo, ma l'entità della risposta è inferiore a quella solitamente osservata nei bambini che sviluppano un disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività e gli effetti collaterali si sono rivelati più frequenti.

Fonte: Arch Gen Psychiatry. 2005; 62:1266-1274.

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