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Antidepressivi su misura?
Inserito il 21 maggio 2007 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La genetica applicata alla farmacoterapia potrebbe aprire, in futuro, interessanti prospettive per una scelta "personalizzata" dei farmaci.


In questo studio coreano sono stati arruolati 241 soggetti affetti da depressione maggiore senile, suddivisi in due gruppi. Al primo sono stati somministrati fluoxetina o sertralina (SSRI = inibitori selettivi della serotinina), mentre il secondo gruppo è stato trattato con nortriptilina (NRI = inibitori della captazione della noradrenalina). Il trattamento è durato sei settimane.
Per ogni paziente è stato poi eseguito un esame genetico per determinare l'esistenza di un polimorfismo a carico dei trasportatori che sono preposti al trasferimento di serotinina e noradrenalina all'interno delle cellule. In presenza di un polimorfismo chiamato GG del trasportatore della noradrenalina si aveva una maggior risposta terapeutica con l'uso della nortriptilina mentre in presenza di un polimorfismo denominato s/l che riguarda il trasportatore della serotonina si aveva una miglior risposta agli SSRI.


Fonte:
Kim H et al. Monoamine Transporter Gene Polymorphisms and Antidepressant Response in Koreans With Late-Life Depression. JAMA. 2006 Oct 4;296:1609-1618.


Commento di Renato Rossi

Questo studio è interessante non tanto per le sue immediate ripercussioni pratiche ma per le prospettive future che si aprono. E' infatti affascinante l'ipotesi di poter scegliere il trattamento in maniera molto personalizzata per ogni singolo paziente sulla base delle sue caratteristiche genetiche.
E' evidente che lo studio in sè ha dei limiti: infatti ha arruolato relativamente pochi pazienti, ha avuto una durata di sole 6 settimane ed era limitato a pazienti anziani. Tuttavia conoscere in anticipo l'efficacia di un farmaco così da poter scegliere con cognizione di causa in quali pazienti somministrarlo e in quali invece probabilmente non funziona sarebbe un passo avanti "miracoloso" nella terapia.
La genetica applicata alla farmacologia ha ancora molta strada da percorrere ma le premesse appaiono incoraggianti.

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