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Le convulsioni febbrili
Inserito il 01 agosto 2010 da admin. - pediatria - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Una breve messa a punta su una patologia pediatrica frequente che spaventa molto i genitori, ma la cui prognosi a lungo termine è, in generale, buona.


Cosa sono le convulsioni febbrili?
Si intende per convulsione febbrile una convulsione che compare nei bambini (3 mesi - 5 anni) in corso di un episodio febbrile senza che sia documentabile una causa (infezione cerebrale, massa cerebrale o altro).
In base alle sue caratteristiche la convulsione può essere semplice o complessa. La convulsione febbrile semplice è di solito generalizzata, dura meno di 15 minuti, non si ripete nelle 24 ore seguenti ed è seguita da un pieno recupero entro un'ora; la convulsione complessa ha una durata maggiore, presenta sintomi focali e può ripetersi a breve termine (24 ore).
Le cause sono sconosciute: si ritiene che entrino in gioco fattori genetici ed ambientali.

Quanto è frequente la convulsione febbrile?
Viene riportato che circa il 2-5% dei bambini ha presentato nei primi 5 anni di vita almeno un episodio di convulsione febbrile.

Quali sono i fattori di rischio?
Sembra importante la familiarità per convulsioni febbrili sia dei genitori che di altri fratelli, mentre probabilmente non ha molta importanza una familiarità per epilessia.
Un fattore di rischio importante di episodi ricorrenti è l'età d'inizio del primo episodio (prima di un anno d'età). Altri fattori di rischio sono una temperatura corporea superiore a 40° C e
un' anamnesi personale positiva per convulsioni febbrili.

Quali sono le conseguenze di una convulsione febbrile?
Nelle convulsioni semplici la mortalità a lungo termine non risulta aumenta, mentre vi è un piccolo eccesso di mortalità nei primi due anni dopo una convulsione complessa [1].
Il rischio di andar incontro ad epilessia è di circa il 2,4% in 25 anni (contro un rischio del 1,4% nella popolazione generale), ma aumenta considerevolmente (10% circa) in caso di storia familiare di epilessia, anomalie neurologiche sottostanti, convulsioni di tipo complesso. Nel caso di convulsioni prolungate il rischio di futura epilessia è particolarmente elevato: circa 20% [1].
Non sono stati segnalati effetti negativi delle convulsioni febbrili semplici sul comportamento, sui risultati scolastici e sulla capacità cognitiva.

Cosa fare in caso di colvulsioni febbrili?
Generalmente la durata dell'episodio è troppo breve per permettere qualche intervento. Infatti quando il bambino giunge all' osservazione del medico il fatto acuto si è già risolto.
In casi selezionati di bambini con episodi convulsivi complessi e/o frequenti può essere prescritto il diazepam in microclisma con l'istruzione ai genitori di somministrarlo per via rettale (5 mg nei bambini fino ai 3 anni e 10 mg per bambini di età superiore ai 3 anni).

Esistono trattamenti preventivi?
Non è noto se la somministrazione di antipiretici durante un episodio febbrile sia utile e prevenire le recidive in bambini con anamnesi positiva per convulsioni febbrili.
Probabilmente inefficace è l'uso intermitetnte di anticonvulsivanti durante la febbre. D'altra parte quest'uso potrebbe portare ad effetti collaterali come iperattività, irritabilità, difficoltà di parola, alterazioni del sonno.
L'uso continuo a lungo termine di anticonvulsivanti può, al contrario, ridurre le recidive in bambini con anamnesi positiva per convulsioni febbrili semplici. Tuttavia si deve considerare che l'uso è associato ad effetti avversi come una riduzione delle capacità cognitive, iperattività, irritabilità, aggressività. E' ragionevole pertanto prevederne la prescrizione solo in casi ben selezionati che abbiano presentato molti episodi recidivanti.
Infine non vi sono evidenze che gli anticonvulsivanti possano ridurre il rischio a lungo termine di epilessia.


Renato Rossi



Referenze

1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4176




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