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Marito in coma al matrimonio? E' nullo!
Inserito il 15 febbraio 2015 da admin. - medicina_legale - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Le cronache riportano il caso, certamente non usuale, di un annullamento di matrimonio che, celebrato ormai oltre 7 anni fa, era stato impugnato perche' lo sposo era in stato di coma al momento della celebrazione.


I fatti:
L' uomo era stato colpito da grave ictus cerebri che in secondo momento lo avrebbe portato in coma e poi al decesso. Trovandosi in grado ancora di esprimere la sua volonta', aveva manifestato fortemente l'intenzione di sposare al più presto la sua compagna. Poi era entrato in coma.
Malgrado la condizione che, all' atto della cerimonia, non consentiva al nubendo di pronunciare il fatidico SI, il parroco locale aveva ritenuto di celebrare lo stesso le nozze religiose.

Il rito era stato effettuato nel reparto rianimazione, e il matrimonio era poi stato registrato all'Anagrafe del Comune.

Dopo circa un anno dalle nozze lo sposo decedeva. A questo punto la sorella del defunto iniziava un' azione giudiziaria per l' annullamento del matrimonio stesso.

Da allora, si sono susseguite una serie di cause civili e penali (anche verso il parroco e l' ufficiale di Stato Civile che aveva trascritto l'atto, assolti), fino alla definitiva decisione della Suprema Corte dello scorso 30 giugno.
La Cassazione ha stabilito la nullita' del matrimonio, per cui la donna perde lo status di vedova e dovra probabilmente restitire i beni da lei conseguiti a seguito del matrimonio.
Nulla cambia, invece, agli occhi della Chiesa, per la quale il legame indissolubile fra Corrado e Chiara è stato spezzato solo dalla morte.

Commento personale
Alcuni giuristi, pur convenendo sulla giustezza della sentenza, si rammaricano perche' la legge non prevede finora tutele adeguate in casi come questo, ove la coppia conviveva da vent' anni e oltre.
Va pero' detto anche (pur se forse sgradevolmente) che la convivenza senza matrimonio era stata una scelta volontaria della coppia, certamente consapevole di cio' che comportasse e magari motivata da situazioni utilitaristiche momentanee. Mi sembra inopportuno poi accusarne lo Stato delle conseguenze.

Daniele Zamperini

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