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SSRI non associati ad aumento degli eventi cardiovascolari
Inserito il 01 maggio 2016 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Uno studio osservazionale inglese assolve gli antidepressivi SSRI dall'accusa di aumentare il rischio di eventi cardiovascolari.


Gli antidepressivi inibitori selettivi del reuptake della serotinina potrebbero essere associati ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari?

Per determinarlo alcuni autori hanno usato un database inglese per valutare il rischio cardiovascolare associato all'uso di antidepressivi in soggetti di età compresa tra i 20 e i 64 anni a cui era stata posta una prima diagnosi di depressione.
Sono stati valutati tre esiti importanti: infarto miocardico, ictus o TIA, aritmie.
Sono stati esaminati gli SSRI, i triciclici e altri antidepressivi.
Il follow up medio è stato di 5 anni.

Si è visto che l'uso di antidepressivi non risultava associato ad un aumentato rischio di eventi rispetto al non uso.
In particolare si è evidenziato che, durante il primo anno d'uso, gli SSRI erano associati ad una riduzione del rischio di infarto miocardico rispetto al non uso di antidepressivi.

Nessuna classe di antidepressivi risultava associata ad un aumento del rischio di ictus o TIA.

Anche per quanto riguarda le aritmie non vi era nessuna associazione tra uso di antidepressivi ed aumento del rischio. Soltanto per i triciclici vi era un aumento del rischio di aritmie nei primi 28 giorni di terapia. La fluoxetina risultava associata ad una riduzione del rischio di aritmie rispetto al non uso mentre per il citalopram non vi era nessun aumento del rischio anche per dosi elevate (>/= 40 mg/die).

In conclusione ci sembra che lo studio sia molto interessante. Ovviamente si tratta di uno studio osservazionale per cui non si possono escludere fattori di confondimento, però i risultati sono senza dubbio e per molti versi tranquillizzanti. Da notare, comunque, che lo studio ha riguardato soggetti di età inferiore ai 65 anni.

Interessante anche il dato che il citalopram, pur a dosi elevate, non è risultato associato ad un aumento del rischio di aritmie. Ricordiamo che la FDA aveva emanato una segnalazione secondo la quale l'uso di dosi elevate di citalopram potrebbe essere associato ad aumento dell'intervallo QT e aritmie come torsione di punta, tachicardia ventricolare e morte improvvisa. Per questo motivo la FDA sconsigliava di superare la dose di 40 mg/die [2].

Per quanto riguarda il medico pratico riteniamo sia utile attenersi sempre a quanto consigliato dalle ditte produttrici nelle relative schede tecniche, in particolare nelle sezioni sulle controindicazioni e sulle precauzioni per l'uso.





Renato Rossi



Bibliografia


1. Coupland C et al. Antidepressant use and risk of cardiovascular outcomes in people aged 20 to 64: Cohort study using primary care database. BMJ 2016 Mar 22; 352:i1350.

2. http://www.fda.gov/Drugs/DrugSafety/ucm297391.htm



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