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Oramai è certo : le persone intelligenti vivono più a lungo
Inserito il 10 dicembre 2017 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Lo dimostra con molti interessanti particolari un importante studio su una corte di oltre 65.000 bambine e bambini scozzesi.

La associazione tra il livello di intelligenza (misurato con il Q.I.) durante infanzia ed adolescenza e la longevità è stata osservata da molti studi: vanno citati in particolari gli studi che hanno correlato la associazione intelligenza longevità a fortunate configurazioni genetiche (1) e quelli che hanno dimostrato invece la correlazione con fattori socio-economici ed educazionali (2,3).

Recentemente sono stati pubblicati i dati di uno studio effettuato da ricercatori di Edimburgo e di Oxford su oltre 65.000 bambine e bambini scozzesi nati nel 1936, valutati con test psicometrici, e seguiti per 68 anni, fino al 2015, registrando ed esaminando le date e le cause di morte. (4)
Più precisamente i ricercatori hanno valutato questi soggetti all'età di 11 anni, testando la loro intelligenza mediante il Q.I.; sono quindi stati seguiti per 68 anni, ovvero fino a 79 anni di età, e ne sono state registrate le cause di morte, che si è verificata nel 50% circa degli individui.
I dati raccolti dimostrano che le bambine ed i bambini scozzesi più intelligenti sono vissuti più a lungo e sono morti meno frequentemente di cardiopatia ischemica , ictus , malattie respiratorie, malattie dell'apparato digerente, demenza, incidenti ed infortuni e per ben 15 tipi di cancro, gran parte dei quali fumo correlati.
Un dato di grande interesse è che dalla analisi dei dati sembrerebbe esservi un effetto protettivo tanto più pronunciato quanto più elevato è il sottogruppo di Q.I. al quale appartengono i bambini scozzesi; una illuminante trasposizione grafica dei dati traccia un diagramma analogo a quello di soggetti esposti a noti fattori di rischio: in questi l'aumento della esposizione al fattore di rischio aumenta la probabilità di manifestarsi di eventi avversi, nel nostro studio la diminuzione del Q.I. aumenta la probabilità di morte per varie cause.
I dati raccolti confermano la importanza delle abitudini di vita ed il ruolo fortemente nocivo del fumo, così come confermano l'importanza di fattori socio-economici, culturali, educazionali, che verosimilmente giocano un ruolo importante nello stile di vita, nelle capacità di riconoscere i vari fattori di rischio e di reagire alle difficoltà della vita.


Conclusioni

La correlazione tra i valori del Q.I. e lo stato di salute degli individui è stata dimostrata in diversi paesi occidentali da vari studi.(5,6).
Questo studio tuttavia riveste particolare importanza perché è stato effettuato su una imponente coorte di persone ( oltre 65 mila, di cui il 48% donne)seguiti per ben 68 anni.(4)
I dati potrebbero non essere meccanicamente confermati in altri contesti socio-economici e culturali, ma non lasciano adito a dubbi.
L'intelligenza delle persone, misurata mediante Q.I. è un fattore determinante per la sopravvivenza : chi è più intelligente vive più a lungo e probabilmente meglio. Rimane aperto il problema del ruolo della genetica e dell'ambiente socio-culturale tanto nello sviluppo della intelligenza che nello stato di salute.
È molto probabile che geni, ambiente e cultura interagiscano per tutta la nostra vita, e che con l'imprevedibile Caso, siano i veri artefici di quella ineffabile entità che alcuni chiamano Destino.


Riccardo De Gobbi

1)Arden R, Luciano M, Deary IJ, et al. The association between intelligence and lifespan is mostly genetic. Int J Epidemiol 2016;357:178-85. doi:10.1093/ije/dyv112 pmid:26213105

2) Lager A, Bremberg S, Vågerö D. The association of early IQ and education with mortality:65 year longitudinal study in Malmö, Sweden. BMJ 2009;357:b5282. doi:10.1136/bmj.
b5282 pmid:20008007.

3) Link BG, Phelan JC, Miech R, Westin EL. The resources that matter: fundamental social causes of health disparities and the challenge of intelligence. J Health Soc Behav 2008;357:72-91. doi:10.1177/002214650804900106 pmid:18418986.


4) Calvin CM, Batty GD, Der G, et al. Childhood intelligence in relation to major causes of death in 68 year follow-up: prospective population study. BMJ 2017;357:j2708.

5) Calvin CM, Deary IJ, Fenton C, et al. Intelligence in youth and all-cause-mortality:systematic review with meta-analysis. Int J Epidemiol 2011;357:626-44. doi:10.1093/ije/
dyq190 pmid:21037248.

6) Hemmingsson T, Melin B, Allebeck P, Lundberg I. Cognitive ability in adolescence and mortality in middle age: a prospective life course study. J Epidemiol Community Health
2009;357:697-702. doi:10.1136/jech.2008.079160 pmid:19574248.






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