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RICAMBI ORIGINALI GARANTITI
Inserito il 08 novembre 2022 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Diceva qualcuno: " Se c'e' qualcosa che si puo' fare, prima o poi qualcuno la fara'".
Un racconto leggero, ma dalle notevoli implicazioni etiche.
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Serenella era davvero arrabbiata, quel giorno. Oddio, vedere una ragazzina della quinta elementare girare con un cipiglio da pirata vikingo non è usuale, e la cosa da un lato poteva essere comica, ma da un lato mi stava un pò preoccupando.

Serenella era una delle ragazzine più intelligenti della scuola. Per una serie di circostanze che racconterò in un’ altra occasione aveva imparato a leggere già da molto piccola, era diventata una lettrice compulsiva e aveva letto avidamente un mucchio di libri a caso, raccattati qua e là e talvolta addirittura senza conoscerne il titolo.
Adesso stava terminando le elementari e aveva preso in mano il giornalino scolastico dove pubblicava articoli ed interviste di inusuale profondità per una bambina.

Oltretutto sapeva usare benissimo i congiuntivi (cosa che sbalordiva anche i suoi insegnanti) ma con i compagni di scuola parlava tranquillamente il romanesco standard della borgata.

“ Ciao, Serenè, ti va un gelato?”

Capii subito l’ errore gravissimo che avevo commesso: offrire un gelato alla cronista di punta del giornalino scolastico era un’ offesa gravissima, mica la potevo trattare da bambina! D’altra parte non potevo mica offrirle un caffè!
“ Un’ aranciata, magari? O una granita con tanta panna? Giuro che non dico nulla alla mamma!”
Il cipiglio si ammorbidì solo un poco “Grazie, Sachè, la granita mi farebbe piacere, però non basta a farmi star bene. Mi fanno un torto, Sachè, e non lo posso sopportare”.
“ E che t’ hanno fatto? “ Domandai, curioso e un po’ meravigliato, perché, anche se può sembrare strano, pure col suo modo di fare un po’ saccentino Serenella era adorabile e attirava la simpatia e l’ affetto della maggior parte delle persone.

Ci sedemmo insieme al mio tavolinetto, e mentre Serenella gustava l’ offerta speciale di Marisa (una grattachecca di misto frutta, ricetta segreta) cominciò a raccontarmi la triste storia:
“ Vedi, Sachè, la mia scuola sta organizzando un concorso per il miglior componimento in cui si narri e si commenti un fatto di cronaca. Non è mica la solita fesseria, vengono assegnate delle medaglie, e concorriamo con altre scuole che presenteranno i migliori componimenti”.

“ E allora? - feci io, incuriosito – Serenè per una come te che c’ha la vocazione della giornalista una cosa del genere è la manna dal cielo. Puoi fare un figurone, sei in grado di dare una lezione a tutti”
“E già, Sachè difatti ho presentato la mia composizione convinta di entrare almeno in uno dei tre primi posti. Solo che oggi ho saputo che non sono stata accettata”.
“ Impossibile! E dove hanno trovato tre studenti delle elementari che scrivono meglio di te?”
“ Bé adesso ti faccio ridere: una è la Pinuccia Ranieri, l’ hai conosciuta a Natale, in occasione della recita. no? È la figlia della Colasanti, la professoressa di italiano delle medie. Il tema, probabilmente gliel’ ha scritto la madre, perché la Pinuccia ha difficoltà a mettere due parole in croce, e la madre faceva parte pure della giuria di selezione”.
“ OK, questo ce lo potevamo aspettare. Ma gli altri due?”.

“ Uno è Marinelli, uno che fa il ruffiano con tutti i professori e, vedi caso, prende ripetizioni di italiano da uno dei giudici.
Il terzo è Pippo detto Gerundio, è uno che non scrive una frase se non ci mette dentro una dozzina di congiuntivi, un gerundio e un po’ di fioriture qualsiasi; scrive benissimo, Sachè, tutto fiorito ed elegante, ma senza contenuti, riesce a scrivere un tema di due pagine senza dire assolutamente niente! Come fanno a dargli un premio per giornalismo?”.

“ Ho capito, ma tu che hai scritto? Quale scusa hanno messo?”
“ Sachè, ho fatto quello che faccio sempre, come mi hai insegnato pure tu (occhiata gelida di traverso sopra il bicchiere della gratta checca, e aria saccentina): ho scritto di un argomento che può sembrare politicamente scorretto ma di grande impatto etico e morale. E l’ ho scritto in modo ironico, divertente, che esplicitava in modo implacabile i problemi connessi all’ argomento…”
“ Ma insomma, meno chiacchiere, che cavolo di argomento hai trattato?” Stavo diventando nervoso.
“ Bè, ti ricordi che discutevi con Don Bartolo della clonazione, quella tecnica che stanno sperimentando sugli animali ma che prima o poi verrà messa a punto e verrà applicata sugli esseri umani? Ti ricordi come vi siete accalorati, Don Bartolo discuteva dei problemi etici e tu lo contestavi dicendo “Non c’è un’ etica universale che venga riconosciuta da tutta l’ umanità: se una cosa è possibile farla, qualcuno prima o poi la farà!” Te lo ricordi?”

Io annuii, Don Bartolo ed io ci divertiamo a discutere accesamente dei massimi sistemi. Chi perde paga la consumazione. Ma che c’entrava?
Bè, Sachè, io stavo lì, ho sentito e mi sono appuntata tutto, poi mi sono ricordata di aver letto uno più grande di te, un certo Swift, non so se lo conosci, quello della “Modesta proposta”, quello che in modo provocatorio proponeva di risolvere i problemi del mondo mangiando i bambini… Ho preso l’ idea, l’ ho adattata all’ argomento ed ho scritto usando lo stile epistolare…”
“ Serenè, nun la fà tanto lunga, arriviamo al dunque… Adesso vogliamo leggere o no il tuo articolo?”
“ Va bene, eccolo” e mi porse un fascicoletto scritto a macchina.

Già il titolo mi fece drizzare i capelli:

"Una ancor più modesta proposta per prevenire... le malattie, la vecchiaia, la morte"

“ Ti riassumo - cominciò Serenella - Il rappresentante di una grande società che si occupa di clonazione (la storia è ambientata in un prossimo futuro) scrive ad un ricco politico per illustrare i pregi della clonazione umana, che all’ epoca non è ancora stata approvata dalla legge:

"Ill.mo Onorevole,
Le scrivo in qualità di Presidente della " Interclone S.P.A." in quanto Ella, persona di grande intelligenza e di lodevole iniziativa, è certamente tra i pochi in grado di capire l’importanza e la possibilità di sviluppo delle nostre proposte.
La nostra Società, come Lei ben sa, opera da anni nel campo delle cellule staminali e della Clonazione, pratica fortemente avversata da numerosi individui che, privi della necessaria cultura, intelligenza e informazione, non riescono a intenderne le effettive potenzialità".

“Poi – prosegue Serenella - ho continuato la lettera magnificando le nuove tecniche, sottolineando che un tessuto clonato potrebbe sostituire la perdita di tessuti o organi malati senza problemi di rigetto o di incompatibilità. Poi ho messo giù la parte “dura”, quella di cui discutevate tu e Don Bartolo:

"… la nostra Società ha lanciato un progetto innovativo che Le sottoponiamo in anteprima, di cui potrà comprendere gli aspetti vincenti:
Allorché Ella potrà godere della nascita di un figlio, noi provvederemo ad asportare al neonato, in modo assolutamente non traumatico e indolore, una serie di cellule da sottoporre a un processo di clonazione. I meccanismi studiati nei nostri laboratori permetteranno di generare, tramite un utero in affitto reperito dalla nostra Società, un individuo completo esattamente identico al figlio da Lei naturalmente avuto".

Io leggevo con i peli che mi si rizzavano addosso: mi ricordavo della discussione fatta, tanto per ridere, con Don Bartolo, ma vederla così trasformata in un discorso serio da parte di una ragazzina era davvero pesante…

Serenella proseguiva nell’ esposizione:
“ La Società, cinicamente, continua entrando nei dettagli sugli uteri in affitto e sull’ allevamento dei “bambini-copia” in attesa che i loro tessuti diventino necessari per “riparare” l’ originale. Viene sottolineato il vantaggio economico, considerando che non sarebbe necessario istruirli o prepararli per la vita nella Società dato che la loro esistenza sarebbe finalizzata unicamente a fungere da parti di ricambio per l’ originale.

"A questo punto Lei avrà già compreso il valore di questo progetto: qualora il Suo figlio naturale dovesse essere colpito da malattia o da lesioni accidentali, egli avrebbe a disposizione, immediatamente, un organo di sostituzione assolutamente compatibile e allo stesso stadio di sviluppo dell’organo originale: sia che si tratti di organi vitali (come il cuore, il fegato, i polmoni), o di organi accessori (un occhio, una gamba perduta in un incidente, una milza traumatizzata) essi possono essere sostituiti in modo perfettamente idoneo con sicura garanzia di successo e di totale recupero.”


Io continuavo a leggere il tema di Serenella, e mi venivano i brividi: la proposta andava avanti, proponendo l’ allevamento di cloni anche dello stesso Onorevole: anche se le copie sarebbero state bambini a fronte di un originale adulto, sarebbe ugualmente utilissimo in caso di necessità di organi vitali, come midollo osseo, reni, cuore e così via
"Lei quindi potrà recuperare la sua piena funzionalità dopo un infarto che in altre circostanze l’avrebbe uccisa, o dopo una insufficienza renale che l’avrebbe condotta alla dialisi. Tenga presente che con il nostro sistema viene garantito un rifornimento di organi sempre freschi, totalmente compatibili, del tutto funzionali".

Poi il pistolotto finale:

"Confidiamo nel suo appoggio in Parlamento perché questi principi vengano ribaditi e inseriti anche nelle leggi attuali eliminando arcaiche barriere morali in nome dei valori fondamentali che sono: LIBERTÀ e AUTODETERMINAZIONE.
Noi, da parte nostra, possiamo assicurarle un appoggio per le prossime elezioni ed un rapporto futuro assolutamente privilegiato.
"Interclone S.P.A. - La Direzione”

“ Cacchio, Serenè - ero quasi sconvolto e faticavo a parlare - e tu hai mandato un articolo come questo a degli anziani professori di lettere classiche, abituati a discutere di Carducci e Manzoni? E pensavi che fossero in grado di apprezzarlo? Scommetto che la Colasanti sarà svenuta sulla cattedra”.

Serenella mi guardava annuendo, avvilita.

“ Però hai pure ragione, accidenti! – continuai - Questo articolo, se viene visto come articolo giornalistico e non componimento scolastico potrebbe avere certamente un significato notevole… -feci una pausa – Come potremmo fare perché ti sia riconosciuto il giusto merito?”
“ Potresti far malmenare un po’ quelli della Commissione – faccia speranzosa di Serenella – oppure mandare qualche convincente lettera minatoria… Noo??? – delusione - E allora cosa possiamo fare?”
“ Ci penserò, ma tu evita di farti venire certe idee!” E mi allontanai pensieroso.

Passai a trovarla a casa pochi giorni dopo. A dire la verità colsi l’ occasione per scroccare un invito a cena, perché la mamma di Serenella era una cuoca fantastica, e mi portai dietro il materiale necessario.
Alla fine della cena, dopo il dolce di Salvatore, Serenella ed io ci mettemmo a prendere il fresco sul terrazzino della casa, ed io approfittai per tirare fuori una lettera, che consegnai a Serenella.
“ Che è ‘sta roba, Sachè? Fammi il favore, spiegami tu, che io so’ poco pratica”.
“ È un contratto, Serenè. Se tu sei d’accordo lo facciamo leggere ai tuoi e glielo facciamo firmare. Comprano il tuo articolo, e lo pagano piuttosto bene. Inoltre ti iscriveranno ad un corso di scrittura e magari potresti pure vincere borsa di studio. Se continui ai livelli di adesso potrai continuare a studiare fino all’ Università e magari diventare una giornalista ‘vera’ ”
“ E chi sono ‘sti benefattori Sachè?”
Aria pomposa del Sachem “ Aho, ma ancora nun lo sai che il Sachem conosce mezzo mondo? – poi riprendendo l’ aria seria - È una società editrice che si occupa anche di ricerca scientifica, e il direttore era stato mio compagno di scuola. Pensano che tu sia un elemento da coltivare e valorizzare. – mi sporsi verso di lei – Quando hanno capito che sei una ragazzina delle elementari hanno avuto un mezzo infarto! Magari tra qualche anno potrebbero assumerti… ”
“ Ma così non corro il rischio di mercificarmi, di trascurare i principi etici che mi hanno ispirato? Che razza di giornalista rischio di diventare? E poi così lasciamo correre l’ ingiustizia che mi è stata fatta, sono stata privata di qualcosa che mi spettava!”.
“ Ma tu non sei ancora una giornalista, Serenè: sei una ragazzina che scrive per il giornalino scolastico. E le tue qualità attuali avranno bisogno di essere ancora confermate in futuro!

Dammi retta, Serenè, non esagerare, vivi la tua età, non diventare grande troppo presto! Il corso per te può cominciare l’ anno prossimo o forse il successivo, alle medie; nel frattempo potrai riposare il cervellino e dedicarti alla borgata, al gossip, allo sport anziché ai principi cosmici morali – la fissai negli occhi – Agli amici, ai ragazzi, a chi ti vuol bene! Non buttare via la tua giovinezza per qualcosa che magari poi non ti interesserà più! Dai retta a ‘sto vecchiaccio, c’è un tempo per tutto, e questo per te è il tempo della gioventù e della spensieratezza. Poi si vedrà.
Io sono certissimo che tu andrai alla grande, e noi tutti ti vorremo sempre bene, ti sosterremo e saremo felici per te.“.

Rimase per un attimo senza parole, poi vidi una scintilla di comprensione nei suoi occhi, e mi si gettò tra le braccia, con un impeto che mi colpì.
“Sachè, non so che dire! – si staccò un attimo – Ti preoccupi per me, mi aiuti sempre, mi segui e mi consigli, pure quando mi va male! Sachè, forse non ti darò sempre retta, non ci sperare, però ti voglio bene, ma proprio troppo, troppo bene! Ti voglio pure a te, alla mia laurea, e quando mi sposerò guai a te se non mi farai almeno da testimone!! – agitò il dito contro di me, con aria minacciosa – E non azzardarti a trovare scuse o a farti succedere qualcosa!”.

Mi si ributtò tra le braccia ed io la abbracciai, strettamente. Poi mi resi conto che in quella casa dovevano essere entrati dei pollini, perché mi stavano venendo le lacrime agli occhi.

“Noi, quelli del Bar dello Zozzo”
Daniele Zamperini – 2020
Matite di Roberta Floreani

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