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UN CERTIFICATO CARISSIMO
Inserito il 11 aprile 2023 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

A volte anche un atto compiuto con la migliore buona volonta' puo' condurre a conseguenze molto gravi. E il medico deve stare particolarmente attento

Me ne stavo aspettando che l’ acqua della pasta cominciasse a bollire. Annabella era impegnata alla Casa dell’ Angelo con una comitiva appena arrivata, e io mi ero trovato a dovermi preparare il pranzo da solo. Allora avevo avuto un’ idea: prepararmi la pasta al tonno e gorgonzola sperando che Annabella tornasse in tempo per pranzare insieme.

Una ricetta poco conosciuta ma che mi aveva intrigato dall’ inizio, perche’ buonissima e facilissima da preparare; persino io, avevo pensato, sono in grado di prepararla.
L’ avevo vista preparare dalla mamma di Serenella e mi era sembrata facile, oltre che buona. Percio’ avevo messo il gorgonzola (quello buono, per carita’) a sciogliersi nella padella alla fiamma bassa, con un goccio di latte; poi avevo aperto e mescolato al gorgonzola la scatoletta di tonno (all’olio o al naturale? Qui erano sorte lunghe discussioni, a seconda dei gusti); poi avevo “buttato la pasta”.

Da li’, era tutto in discesa: bastava mantenere fluido il condimento senza farlo assolutamente bollire, poi versarci dentro la pasta.
L’unico “abbellimento” concesso, secondo i gusti, era un’ abbondante dose di parmigiano sparso sulla pasta quando oramai e’ nel piatto.

Un’ estasi!!!

Fu in questo momento cruciale che, crudelmente, suono’ il campanello alla porta.
Feci finta di non esserci: era un momento sacro, stavo per “buttare la pasta”…
Il campanello suono’ ancora, insistente. Non resistetti: abbassai la fiamma e mi precipitai di corsa alla porta. Aprii facendo la faccia feroce, poi la trasformai in una faccia stupita quando vidi che sulla soglia c’erano nientemeno che Casimiri, accompagnato pero’ da un giovanotto che non riconobbi.

Mi ricomposi in un attimo, poi mi riprecipitai in cucina, spiegando freneticamente il momento cruciale in cui mi trovavo, e facendo segno di seguirmi.
Buttai una quota aggiuntiva di pasta, sperando che il condimento non si diluisse troppo. Gli ospiti si sedettero ad aspettare, ma erano evidentemente sulle spine. Poi ci mettemmo a tavola: l’ aroma che emanava dalla pasta era tale che neppure gli ospiti restarono indifferenti; dall’ appetito con cui Casimiri affrontava il piatto, mi venne da temere per le sue coronarie.

Poi parlarono, e fu Casimiri ad aprire il discorso.

“Per prima cosa, Sache’ (a proposito, grazie per l’ invito) ti presento il Dott. Marietti, figlio di un mio carissimo amico dell’ epoca dell’ Universita’, e medico anche lui”.

Il giovane non apri’ bocca, accenno’ uno stentato sorriso, e resto’ li ad occhi bassi sui resti del piatto. Nemmeno lui aveva resistito.

“ Ti assicuro, e’ una persona onestissima, solo che adesso si trova nei guai…”.
Mi stravaccai comodamente sulla sedia, in attesa.

“ E’ successo – continuo’ Casimiri - per via della signora Marianna, che da anni è assistita con tutta la famiglia da Marietti. Tempo fa si e’ presentata in studio chiedendo un certificato.
Un certificato poco usuale: F. doveva certificare che Giulio, figlio ormai maggiorenne di Marianna, era stato molto malato nel periodo infantile per cui essa aveva dovuto interrompere ogni attività lavorativa per accudirlo.

A dire la verita’ la cosa era poco chiara: alle richieste di spiegazione Marianna aveva insistito spiegando, quasi in lacrime, che così avrebbe potuto reiscriversi al collocamento o cercare nuovamente un lavoro giustificando con la malattia del figlio la sua lunga interruzione.
Marietti, che e’ una brava persona, si e’ impietosito; anche se all’ epoca dei fatti non era ancora il loro medico di famiglia, ha compilato ugualmente il certificato e lo ha consegnato alla donna, pensando che tanto non faceva male a nessuno.

Come succede spesso, però, la paziente aveva mentito: avendo in corso la pratica di divorzio, si servi’ del certificato per ottenere un risarcimento extra dal marito.”
“ Accidenti, e glielo hanno accordato?”
“Altroche’: un sacco di soldi!”.

Versai nei bicchieri un po’ del limoncello che mi aveva regalato il Guercione.
“ Mi dispiace, Casimi’, ma che ci posso entrare io?”
Intervenne il giovane:

“ Il fatto e’ che Giulio, che ora è maggiorenne, si e’ molto offeso per essere stato usato come arma di ricatto verso il padre, a cui era molto affezionato! E’ venuto in studio ululando aggressivamente, ed ha diretto la sua rabbia contro di me.
Ha presentato un esposto all’ Ordine dei Medici nel quale, accennando pure al fatto che egli in realtà non era stato malato, ha insistito sul fatto che non ero legittimato a consegnare alla madre un certificato sulla salute del figlio ormai maggiorenne, senza chiedere il suo consenso.“

“ Uno spiraglio – riprese Casimiri - viene dal fatto che Giulio, bambino all’ epoca, non insisteva esplicitamente sulla falsita’ del certificato, battendo invece sulla violazione della privacy. L’ avvocato che abbiamo consultato ha detto che il medico potrebbe essere accusato di falso ideologico e di concorso nella truffa verso il padre del giovane; rischia pene pesantissime!
Per fortuna l’ Ordine ha sorvolato sull’ aspetto della truffa e non ha attivato una iniziativa penale sull’ argomento, pero’ resta in piedi il problema della violazione della privacy, e qui non so proprio come intervenire”.

Si protese verso di me:
“Sache’, so bene come tu abbia amici dappertutto, non puoi intervenire presso l’ Ordine perche’ chiudano anche l’ altro occhio? Te lo giuro, e’ una brava persona…”

“ Casimi’, qui non e’ questione di amicizie: gli scritti non possono sparire, resta agli atti il certificato e l’ esposto del figlio: credi che i medici della Commissione siano disposti a rischiare sulla loro pelle una denuncia?
Oltretutto nulla vieterebbe a Giulio di presentare un esposto direttamente al Tribunale – Mi interruppi, assorto nei pensieri - l’ unica sarebbe convincere il figlio a ritirare tutto. Avete provato?”

Aria depressa e scuotimenti di testa “Non ci sta, Sachem, non ci sta…”

“Cacchio! Allora c’e’ poco da fare! Provero’ qualcosa, ma non sperateci troppo; sono bravo, ma non sono mica il Padrino!”

Rividi i due interlocutori qualche sera dopo, presso l’ osteria delle Quattro Streghe. Ci eravamo dati appuntamento li’ perche’ solo l’ ottima cucina di quel ristorantino poteva superare i miei rigatoni al gorgonzola, e pensavo di essermi meritata una cenetta come parcella per l’ intervento.

“ Mi sono dato da fare, Casimì, ho telefonato a destra e a sinistra, ho pure fatto qualche pressione un po' … azzardata e ho fatto pure qualche omaggio qua e là, ma non sono riuscito ad annullare tutto. Però qualcosa ho ottenuto: il medico verra' sanzionato con una pena lieve: censura scritta e una brevissima sospensione. Se l’ lè cavata con una vacanza forzata, ma viste le implicazioni della faccenda poteva incorrere in conseguenze molto, molto piu’ serie. E’ andata bene! ”.

“ Grazie, Sachè, sei un amico, e hai fatto un ottimo lavoro.
Pero’ resta un sottofondo abbastanza triste: Marianna, che pure dovrebbe essere grata suo medico per l’ impegno verso la sua famiglia, non si e’ fatta scrupolo di approfittare della sua buona fede per i propri interessi.
E cosi’ un poveraccio e’ stato sanzionato per una mancanza innegabile, ma fatta in piena buona fede. Ora credi che Marietti potra piu’ fidarsi delle affermazioni dei pazienti? Un medico, finora amico e difensore, si trasformera’ in un astioso controllore.”.

Restammo un attimo in silenzio, pensierosi, poi brindammo in silenzio.
Non parlammo ma certamente stavamo celebrando, purtroppo, la fine di un magnifico rapporto.

Daniele Zamperini – 2022 – “Ricordando il Bar dello Zozzo”

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