vai alla home introduttiva di Pillole.org
 
  Pillole 
   
 
Iscritti
Utenti: 2315
Ultimo iscritto: longhi
Iscritti | ISCRIVITI
 
Laboratorio: come intepretare un risultato inatteso
Inserito il 01 dicembre 2024 da admin. - Laboratorio. - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

(Bozza)

La probabilità statistica di ottenere un risultato “fuori intervallo” aumenta in proporzione al numero degli esami richiesti, spesso per il semplice gioco del caso e non per uno stato patologico. Ad esempio la richiesta di una batteria di 7-8 esami porta statisticamente a una probabilità del 20-25% di trovare un risultato fuori intervallo; tale probabilità aumenta fino al 35-40% se si chiedono contemporaneamente 10/12 esami.

Ne consegue che un esame di laboratorio andrebbe richiesto con criteri razionali,generalmente di fronte a un sospetto motivato dal punto di vista clinico (anche se le ragioni per cui si chiede un esame possono essere molteplici, come si vedrà in seguito). Al contrario la richiesta di “batterie di esami” porta spesso al riscontro di “incidentalomi” che a loro volta causano ulteriori accertamenti e/o terapie non necessarie. Inoltre non vanno trascurate né le conseguenze psicologiche sul
paziente (effetto etichetta) né quelle sul medico (prescrizione di esami a scopo medico-legale, medicina difensiva).

La variabilità di un test di laboratorio
Il risultato di un esame di laboratorio dipende da molte variabili
Età
• Sesso
• Fumo
• Altitudine
• Tipo di dieta
• Attività fisica
• Farmaci
• Clino/ortostatismo
• Orario del prelievo (sera/mattina)
• Gravidanza
• Febbre
• Dolore
• Durata dell’applicazione del laccio emostatico


Vi sono però altre variabili di cui bisogna tener conto nell’interpretazione di un esame di laboratorio: la variabilità analitica, la variabilità biologica e la differenza critica.
La variabilità analitica è caratterizzata dal fatto che se si esegue più volte un esame nello stesso laboratorio e sullo stesso campione di sangue si possono trovare risultati diversi tra loro.
Si ritiene che possa essere accettabile una variabilità
analitica inferiore o uguale al 3% per gli analiti più comuni, al 5%-10% per le sostanze misurate in concentrazioni molto basse con metodi ad esempio immunometrici:è il caso di ormoni, marcatori, farmaci.
In altre parole se si trova un valore della glicemia di 100 mg/dl è accettabile una variabilità analitica compresa
tra 97 mg/dl e 103 mg/dl. Si tratta sempre di una variabilità statistica, nel senso che, con alta probabilità, il risultato sarà vicino al valore centrale di 100, con probabilità inferiore si avvicinerà ai limiti di accettabilità.
Al contrario della variabilità analitica, che dipende dal laboratorio, la variabilità biologica dipende dall’individuo ed è stata dimostrata effettuando ripetute misurazioni di un determinato analita nello stesso individuo a distanza di tempo,in diversi orari della giornata, in diverse stagioni dell’anno.
Essa è difficilmente valutabile nel singolo, può variare, mediamente, anche del 4%-6%. Questa è la variabilità intraindividuale, mentre va considerata anche la variabilità biologica interindividuale che in alcuni casi è molto maggiore ed è quella che poi viene espressa nell’intervallo di riferimento.

La differenza critica dipende dalla variabilità analitica e da quella biologica e si può applicare con una formula (che per semplicità non riportiamo). La differenza critica di alcuni analiti è riportata nella tabella 1.
Si tratta, però, di valori puramente indicativi, nel senso che dipendono dalle prestazioni analitiche di quel laboratorio e dall’aggiornamento dei dati di variabilità biologica che in letteratura vengono frequentemente rideterminati. Di conseguenza questi valori nel tempo spesso si riducono:meglio che sia il laboratorio stesso ad esprimerli, cosa che talora viene fatta direttamente nel referto.
Inoltre l’uso pratico di questi limiti è opportuno che venga adottato per gli analiti maggiormente stabili nel tempo e sottoposti a monitoraggio, come ad esempio TSH, ferritina, emoglobina, PSA e altri marcatori tumorali.


Differenza critica di alcuni analiti

• ALT/ALT: circa 30-40%
• Bilirubina totale: circa 35-40%
• Colesterolo totale: circa 10%
• CPK: circa 10%
• Creatinina: circa 10%
• Emoglobina: circa 5%
• Sodio: circa 5%
• PT: circa 10%
• TSH: circa 30%
• FT4 e FT3: circa 20%
• Leucociti: circa 20%
• Piastrine: circa 15%
• Emoglobina glicata: circa 10%
• Ferro: circa 35%
• Ferritina: circa 20%
• Glicemia: circa 8%
• Potassio: circa 8%
• PCR: circa 20%
• Trigliceridi: circa 40%
• Uricemia: circa 20%


Letto : 16 | Torna indietro | Stampa la Pillola | Stampa la Pillola in pdf | Converti in XML
 
© Pillole.org 2004-2024 | Disclaimer | Reg. T. Roma n. 2/06 del 25/01/06 | Dir. resp. D. Zamperini
A  A  A  | Contatti | Realizzato con ASP-Nuke 2.0.7 | Versione stampabile Versione stampabile | Informa un amico | prendi i feed e podcasting di Pillole.org
ore 17:20 | 100835934 accessi| utenti in linea: 40327