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Fattori genetici nell'evoluzione dell'epatite C
Inserito il 30 luglio 2000 da admin. - epatologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



E’ ampiamente noto come le forme di epatopatia da HCV si siano enormemente diffuse in questi ultimi anni. Si calcola che nel mondo siano colpite circa 240 milioni di persone. Nei casi persistenti o cronici si puo’ sviluppare cirrosi epatica dopo un periodo medio di 20 anni e in periodi piu’ lunghi sembra che diventi frequente l’insorgenza di cancro del fegato. Solo il 20% dei pazienti riesce a guarire eliminando il virus. E’ stata rilevata da piu’ parti l’importanza di studiare questi soggetti che guariscono naturalmente al fini di individuare i fattori che consentono l’eliminazione del virus e che sono probabilmente rappresentati da caratteristiche virali (genotipo, carica virale) e da fattori ospite (stato immunitario, tipo di trasmissione ecc.). Alcuni studi hanno dimostrato una mancata associazione dal decorso della malattia e gli alleli HLA di classe I mentre invece sembra che esista un’ associazione con gli alleli HLA di classe II che presentano gli antigeni ai linfociti CD4. Sembra che i pazienti che hanno maggior probabilita’ di eliminare il virus siano quelli che sviluppano una forte persistente risposta immunitaria anti HCV da parte dei linfociti CD4. Con uno studio multicentrico effettuato in diversi centri europei da alcuni studiosi inglesi si e’ rilevata l’influenza del genotipo del sistema maggiore di istocompatibilita’ di classe II sull’esito dell’infezione da HCV. Il lavoro dimostra che vi e’ un’influenza di fattori genetici nella capacita’ di un individuo di rispondere all’infezione da HCV e questo fattore genetico e’ situato nella regione HLA di classe II. Queste molecole HLA di classe II presentano antigeni virali ai linfociti T-Helper CD4 positivi. E’ tuttavia anche ipotizzato che vi sia associato un qualche altro gene di tipo immunoregulatorio ancora da indentificare. E’ quindi importante sviluppare questi studi.

Daniele Zamperini, (Lancet 354, 2119, 1999) da "Scienza e Management" n. 2 Marzo-Aprile 2000


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