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La dislessia: nuove tecniche per diagnosi più precoce

Categoria : psichiatria_psicologia
Data : 13 gennaio 2006
Autore : admin

Intestazione :

Una cattiva regolazione degli emisferi cerebrali tra le cause del disturbo?



Testo :

La dislessia, come e’ noto, e’ un disturbo che altera la capacita’ di leggere fluentemente. Nel passato, spesso il disturbo veniva scambiato per una scarsa applicazione del bambino nello studio, o nei casi piu’ gravi per un ritardo mentale (mentre, nel caso della dislessia, il disturbo intacca principalmente la capacita’ di lettura, lasciando pressoche’ intatte le altre funzioni intellettive). Per via della particolarita’ del disturbo, solitamente ci si accorge del problema quando il bambino comincia a leggere, mostrando le difficolta’ proprie della malattia. Ma e’ possibile trovare un sistema per fare una diagnosi precoce, precedente alla scolarizzazione del bambino, cosi’ da poter intervenire il prima possibile?
Alcuni recenti studi hanno mostrato come i prodromi del disturbo siano riconoscibili fin da prima della scuola.
Lo studio e’ stato condotto studiando il comportamento verbale di bambini dai 2 anni e mezzo in poi. I bambini che avrebbero sviluppato, in seguito, dislessia, a quell’eta’ gia mostravano una minore capacita’ di elaborazione e comprensione dei vocaboli., e a cinque anni mostravano una maggiore capacita’ nel riconoscere i suoni delle lettere.
Ma cosa succede realmente in caso di dislessia? In uno studio, Guttorm e collaboratori (Cortex, 2005, 41), hanno confrontato l’attivita’ cerebrale relativa all’elaborazione linguistica di due gruppi di bambini (un gruppo composto da bambini a rischio di dislessia, ed un gruppo composto da bambini non a rischio). I risultati hanno evidenziato una significativa differenza nell’elaborazione linguistica fra i due gruppi. La differenza, inoltre, non verteva sull’intensita’ di attivazione delle aree interessate, piuttosto sulle stesse aree attivate. Nel gruppo a rischio, gli stimoli linguistici attivavano maggiormente l’emisfero destro, mentre nel gruppo non a rischio attivavano l’emisfero sinistro (come e’ lecito aspettarsi, dato che e’ l’emisfero sinistro deputato all’elaborazione linguistica).
Tali risultati sono estremamente importanti nel cercare di definire la dislessia, e nel trovare possibilita’ di cura tempestiva.
Guido Zamperini
Fonte: (Cortex, 2005, 41)



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