Le ultime linee guida ASCO schematizzano la scelte terapeutiche a disposizione nel caso di cancro mammario con recettori ormonali positivi.

In una pillola precedente [1] avevamo recensito lo studio ATLAS che aveva dimostrato come il tamoxifene usato per 10 anni, nel cancro mammario positivo per i recettori ormonali, riduce sia il rischio di ricadute della malattia che la mortalità rispetto al trattamento tradizionale di 5 anni.

Ora le linee guida dell'ASCO (American Society of Clinical Oncology), recependo i risultati degli ultimi studi, aggiornano le loro raccomandazioni e consigliano di protrarre la terapia con tamoxifene per 10 anni e non più per 5 anni come suggeriva la versione precedente [2].

Nel box sottostante vengono sintetizzate la varie raccomandazioni che tengono conto essenzialmente dello stato della paziente rispetto alla menopausa.

Se la momento della diagnosi la paziente è in pre-menopausa o in peri-menopausa si prescrive tamoxifene per 5 anni. Se al termine dei 5 anni la paziente è ancora in pre-menopausa o in peri-menopausa si continua tamoxifene per altri 5 anni. Se invece, al termine dei primi 5 anni, è sopraggiunta la menopausa vera e propria la paziente può continuare ancora con tamoxifene per altri 5 anni oppure passare ad un inibitore dell'aromatasi per un totale, in ogni caso, di 10 anni di terapia adiuvante.

Se invece al momento della diagnosi la paziente è già in menopausa le opzioni possibili sono queste:
1) tamoxifene per 10 anni
2) inibitore dell'aromatasi per 5 anni (non ci sono per ora evidenze circa una terapia più protratta)
3) tamoxifene per i primi 5 anni, seguiti da 5 anni con un inbitore dell'aromatasi
3) tamoxifene per i primi 2-3 anni, seguiti da un inibitore dell'aromatasi per altri 5 anni.