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Il Sor Armando e la bellona |
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pag. 3
“Cari amici, ve lo racconto come al solito, riferendo come fosse una cronaca, quello che mi e’ capitato. Armando e’ un 50 enne, fumatore, un po' sovrappeso, donnaiolo impenitente "Ogni lasciata e' persa, dotto'", noto personaggio di Trastevere perche' proprietario di un famoso ristorante, e’ iperteso da dieci e in trattamento con ace inibitori, con ottimo compenso.
Si presenta in studio per epigastralgie persistenti da mesi, di cui non ha mai sofferto in passato, associate ad anoressia e calo ponderale. Driblo la sua richiesta di "quarche pasticca" e lo costringo, con minacce piu' o meno velate, ad effettuare una EGDS che rileva un' ulcera gastrica, cancerosa all'esame istologico: gastrectomia. Dopo pochi mesi il paziente si ripresenta in studio, trionfante, perche' "A dotto', me so' rimagnato 'a prima amatriciana!!".
Passano 2 anni ed eccolo di nuovo a visita perche' "Da quarche tempo ci ho er fiato corto, dotto' ": la pressione arteriosa e' bassa, i toni cardiaci sono lontani, l'azione e' ritmica ma bradicardica.
L'ecodoppler rileva una grave miocardiopatia dilatativa, con coronarie indenni alla coronarografia: aggiunge diuretici dell'ansa a dosi massicce e terapia anticoagulante.
Il paziente si riprende lentamente e riacquista una discreta autonomia personale ma, dopo un anno, la dispnea diventa ingravescente, malgrado l'aggiunta di beta bloccanti a dosi crescenti e spironolattone, la Rx del torace mostra notevole congestione ilare.
La trucida moglie consulta un cardiologo di chiarissima fama (pagato in contanti con bigliettoni avvolti da un elastico) che sentenzia, come unica speranza, quella di un trapianto cardiaco.
Passano pochi mesi, Armando fa sempre piu' fatica a respirare, riferisce anche "un po' d'alterazione", tosse con modesto espettorato, piu' una certa anoressia. "A dotto', che ne dici a famme rifa' 'n antra lastra?'", gliela ho riprescritta, senza convinzione, tanto per farlo contento ma, inaspettatamente, la Rx del torace mostra delle nodularita' multiple bilaterali, confermate alla TC, "compatibili con ripetizioni metastatiche".
Ho dissimulato la mia grande preoccupazione e ho inviato il ristoratore ad una consulenza pneumologica.
Il collega ha preso da parte la figlia del paziente (incinta) e le ha detto "Purtroppo la cosa e' molto grave, c'e' un quadro da metastasi diffuse, il cancro dello stomaco si e' disseminato......signora mi dispiace, ma la situazione cardiaca di suo padre non ci permette nessun trattamento, e poi......ha pochi mesi da vivere, oramai".
La figlia ebbe un malore e svenne. Ho ricevuto la notizia, per telefono, dalla singhiozzante, inconsolabile figlia e ho meditato, amaramente, sulla prossima perdita di un paziente a me molto caro… ora, infatti, cari colleghi, e’ in fin di vita, e poi qualcuno dice che la jella non esiste!!””.
“Sti maledetti cancri non perdonano!” commenta la dottoressa Saputella e se ne va; anche Pensa, Ebiemme e Sonda la seguono, pensando alle prossime distrazioni del week end.
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