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Un dossier critico sui consulenti del tribunale |
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I ritardi
Il ritardo nel deposito delle consulenze. Un problema grave e' costituito dai frequenti ritardi nel deposito delle consulenze; tali ritardi variano mediamente dai 2 mesi di Verona ai 15 e più di Trieste, con ampio ventaglio intermedio. Per quanto riguarda le sanzioni ai ritard, esse sono rare e consistono quasi sempre nella revoca dell’incarico e nella riduzione dell’onorario. Qualche esempio: * A Savona, in un processo civile di "malpratica", il CTU non presenta da oltre 8 mesi la sua relazione. Il giudice lo ha sollecitato 3 volte e ha deciso di dimezzare l’onorario. Il consulente continua a non presentarsi. Non si è proceduto con la sostituzione. * A Reggio Calabria, in ambito penale, dopo due anni di mancato deposito della consulenza tecnica d’ufficio, l’avvocato difensore della parte civile chiede al magistrato un intervento per sollecitare il CTU e l’applicazione della la sanzione, ma il giudice tentenna perché ha timore di non poterlo più utilizzare. * A Roma, in un processo civile, 4 udienze sono andate a vuoto (due anni di ritardo) perché il CTU non si presenta nemmeno per il giuramento. L’avvocato della parte attrice ha chiesto la sostituzione e la cancellazione dall’albo e il giudice ha accolto le richieste. * A Pesaro, in sede penale, dopo due proroghe andate a vuoto senza deposito della perizia, l’avvocato ha chiesto e ottenuto dal giudice la riduzione di 1/4 dell’onorario del consulente medico. * Innanzi alla 4° sezione civile del Tribunale di Napoli in un caso avente ad oggetto danni per lesioni per un soggetto invalido totalmente, da circa 2 anni e mezzo il collegio dei periti non deposita la perizia e il giudice istruttore non prende alcun provvedimento.
[Questo dossier (di cui abbiamo stralciato solo alcuni aspetti) e' stato raccolto da "Giustizia per i diritti", la rete di professionisti del diritto di Cittadinanzattiva onlus (ex Movimento federativo democratico). Certamente i Consulenti, e specialmente i medici, non fanno una bella figura. E' innegabile che certi comportamenti scorretti vadano evidenziati e prevenuti, che' il punirli "a posteriori" non puo' sanare il danno che nel frattempo si e' creato; tuttavia non sarebbe possibile ne' corretto voler addossare ad una categoria la responsabilita' del dissesto delle strutture giudiziarie, in quanto questa categoria si trova ad essere, essa stessa, vittima di una serie di disfunzioni che possono riguardare (e riguardano) l' intero complesso giudiziario, comprese le cancellerie e i magistrati stessi. Contributo personale: mi e' stato riferito come in un processo celebrato in Sardegna, finito in appello con pesanti contestazioni all' opera del Consulente di primo grado, i Magistrati non avessero pensato di meglio che affidare la nuova consulenza allo stesso CTU del primo grado. C'e' da chiedersi quale "imparzialita' " e "terzieta'" possa presentare un Consulente nel fornire un giudizio sul proprio stesso operato. D.Z.]
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