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Dottore, è vero che la mamma non muore? |
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la vera pratica clinica della MG
Stamattina sono andato a trovare a casa una paziente 37 enne con cancro della mammella metastatizzato al fegato. Era un cancro di 1 cm in soggetto magrissimo con mammelle molto piccole e quindi facilmente palpabile fin dall'inizio, la jella ha voluto che fosse pure negativo per i recettori ormonali, e' stato asportato subito, ma dopo un anno le metastasi epatiche si sono rivelate, la chemio ha fallito. Dopo la visita mi sono lavato le mani e all'improvviso, nel bagno, mi si presenta il figlio di 8 anni che mi fa la fatale domanda: "Dottore, e' vero che la mamma non muore?". Io ho cercato di rassicurarlo senza eccedere, ho dovuto centellinare le parole perche' la fine e' vicina e non volevo illuderlo troppo. Poi sono tornato a casa con lo stomaco in bocca e con l'impronta del sudore ascellare che mi arrivava in fossa iliaca; ho pensato che questa e' l' ESSENZA del mio lavoro e non ho intenzione di sprecare tempo in INSULSE discussioni nelle quali vogliono farci precipitare persone abituate a stare dietro una scrivania e che NULLA sanno su cosa vuol dire fare il medico. Il medico ha bisogno di SERENITA' per bene operare, perche' porta il fardello della sofferenza altrui, tutti quelli che attentano a questo stato d'animo ci dovrebbero pensare non una MA CENTO VOLTE perche' alla fine chi ci rimette e' l'anello debole della catena: il paziente. Un medico che ha l'animo turbato da incombenze burocratiche o preoccupazioni che NULLA hanno a che fare con la professione medica, ha meno ENERGIE spirituali e mentali da dedicare nella sua professione vera. Ma ai soloni questo non interessa, sono troppo impegnati a dettar legge con i colliri per il glaucoma e farci litigare con i malati per queste cose MISERABILI. Vergogna! Giuseppe Ressa |
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