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Il grande fratello farmaceutico
Inserito il 14 febbraio 2005 alle 13:31:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
fino all'armadietto di casa
Ogni confezione, grazie a un bollino di riconoscimento, sarà seguita e rintracciata in tutto il percorso dalla produzione alla farmacia. E, in futuro, fino all'armadietto delle medicine di casa. È il progetto di tracciabilità dei medicinali, realizzato dal ministero della Salute e illustrato durante un convegno promosso da Business International oggi a Roma.

Tutti i dati sulla 'vita' di ogni confezione di pillole e sciroppi, inviati on line dagli attori del sistema, dalle aziende produttrici ai distributori ai farmacisti confluiranno in una banca dati che sarà istituita presso l'Agenzia italiana del farmaco, come prevede il decreto del ministero della Salute pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2005. Entro febbraio sarà realizzata un'anagrafe dei medicinali in commercio in Italia. Si stringono le maglie, così, contro la contraffazione dei farmaci e le frodi a danno della salute pubblica, del Ssn e dell'erario. Ma l'obiettivo della tracciabilità dei medicinali è anche poter monitorare, in tempo reale, i consumi delle farmacie, delle aziende sanitarie e degli ospedali. E da qui risalire alla popolazione che consuma determinati farmaci e definire un quadro epidemiologico puntuale.

"Disporre di un sistema di tracciabilità dei farmaci e acquisire dati in modo trasparente - sottolinea Nello Martini, direttore generale Aifa - consentirà di potenziare politiche di governo della spesa e compatibilità economica non dettate da valutazioni teoriche, a volte ideologiche. Superando la dicotomia storica tra domanda e offerta". Per Martini, questo è "un progetto culturale: tracciabilità non solo del farmaco, ma di tutto il sistema e della responsabilità dei singoli operatori".

La banca centrale da istituire presso l'Aifa raccoglierà i dati che attestano i movimenti delle singole confezioni e quantificano le forniture dei medicinali alle strutture del Ssn e i consumi. Dopo 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto ministeriale, i protagonisti del settore dovranno raccogliere e trasmettere i dati. Fra gli asseriti vantaggi, la possibilità di assicurare un più rapido accesso ai medicinali innovativi. (in che modo? ndr)

Si partirà da metà aprile, "con una prima fase attuativa flessibile - spiega Walter Bergamaschi, direttore generale del sistema informativo al ministero della Salute - per passare a regime entro l'anno". Tutte le confezioni sono già dotate di un bollino di riconoscimento, con il codice del farmaco e un codice a barre unico che identifica ciascuna scatola.

Fonte Notiziario di FIRENZE MEDICA-SIMeF
Anno III - 2005 - N. 43

Commento di Luca Puccetti

Con la scusa di voler sconfiggere le frodi ed altre amenità del genere si realizza una colossale anagrafe dei farmaci che costituisce una gravissima minaccia alla riservatezza dei dati più sensibili e delicati di una persona: quelli riguardanti la propria salute. E' del tutto evidente che nessuno potrà mai davvero sapere chi avrà accesso ai dati a quali, con quali garanzie e per quali scopi. Inoltre anche se fosse stabilito un rigido regolamento, l'esperienza insegna che una volta costituita la banca dati è sempre possibile per chi detiene il potere cambiare a proprio piacimento le regole o fare delle deroghe speciali oppure distrarsi e consentire a qualcuno di accedere a questi dati. Chi dovrebbe essere istituzionalmente destinato a proteggere la riservatezza dei cittadini non mi pare che si contraddistingua per iniziative volte a far valere davvero questi diritti fondamentali. Ci si preoccupa delle 3 persone che possono sbirciare una ricetta e non delle conseguenze che questo formidabile grande fratello può avere sull'intera società. Una volta ottenuti i dati fino all'armadietto di casa si potrà usare questi dati per ogni tipo di iniziativa senza che l'interessato possa neppure saperlo. Ammesso che di buone intenzioni davvero si tratti, purtroppo ne è lastricata la via che conduce all'Inferno!
 
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