Il percorso evolutivo di questi virus è semplice e terrificante: grazie alla loro capacità mutante e portati da animali selvatici infettano gli uccelli di un cortile o di un allevamento, quindi continuando a mutare il loro patrimonio genetico passano ai maiali che vivono spesso a stretto contatto con il pollame. Quindi grazie all'ennesima mutazione riescono a penetrare nelle cellule dell'uomo favoriti dalla promiscuità che nei paesi orientali è usuale avere con i suini. Il tutto si complica con il rischio di epidemie favorite certamente dallo scarso igiene e dalle condizioni fisiche spesso debilitate delle popolazioni del sud est asiatico ma soprattutto per l'assenza di protezioni immunitarie specifiche contro la nuova specie virale. Per fortuna quando avviene il salto di specie, come è successo con il virus della Sars e come sta succedendo per l'H5N1, benché all'inizio sia molto aggressivo verso il nuovo ospite, il virus successivamente si placa, la malattia appare progressivamente meno grave e la sua diffusione tende a diminuire. Questo avviene probabilmente per una strategia globale di sopravvivenza, infatti al virus non conviene uccidere tutti gli organismi che possono ospitarlo perché morirebbe anche lui con loro. Quindi continua a mutare il proprio patrimonio genetico anche dopo aver raggiunto l'uomo in modo da ridurre la sua aggressività che gli è servita prima per raggiungere la specie più longeva ma che adesso può esserli dannosa. Questa forma di "diplomazia" che i virus posseggono evita che si formino gravi pandemie che potrebbero sterminare milioni di persone ma anche miliardi di virus.