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Il progetto toscano contro l'osteoporosi |
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criteri densitometrici OMS
Tabella 1. Criteri densitometrici OMS (da PNLG-ISS modificata) Criteri densitometrici OMS prima dei 65 anni: Criteri densitometrici OMS dopo i 65 anni: Normale: T-score>-1 DS Ridotta Massa Ossea: T-score tra -2.5 e -1 DS Osteoporosi: T-score<-2.5 DS Osteoporosi Severa o Conclamata: T-score < -2.5 DS + 1 o più fratture da fragilità ossea documentate. Normale: Z-score>0 DS Borderline: Z-score tra -1 e 0 DS Osteopenia: Z-score tra -1 DS e -2 DS Osteoporosi: Z-score < -2 DS Le fratture della colonna possono comportare conseguenze invalidanti, ma sono meno pericolose di quelle dell'anca, associate a mortalità elevata o a rischio di invalidità e perdita di autonomia. Gli interventi terapeutici sulle fratture dell'anca sono meno efficaci e meno documentati rispetto alle vertebrali, il che diminuisce il rapporto costo-beneficio degli interventi farmacologici. Lo screening di massa mediante densitometria ossea ha uno scarso valore predittivo, non permettendo l’individuazione di coloro che andranno incontro a fratture, se non a prezzo di un'elevata percentuale di falsi positivi, qualunque sia la soglia prescelta di densità. Infatti vi è un'ampia sovrapposizione nella distribuzione delle fratture tra donne con diversi gradi di demineralizzazione ossea (6). Documentare l'effetto delle terapie solo sulla densità dell'osso significa basarsi su un end point surrogato (obiettivo debole). Una eccessiva attenzione agli end-poits secondari nella valutazione del beneficio ottenuto dalla terapia farmacologia può essere fortemente fuorviante: nel caso dell’osteoporosi la riduzione del numero di fratture costituisce l’obiettivo primario, “forte”, del trattamento, mentre l’aumento della massa densitometrica è un obiettivo secondario “debole”. Come esempio ricordiamo quanto accaduto con la terapia a base di fluoruri che aumentava sì la densità minerale ossea, ma rendeva l’osso più fragile (7). Il Progetto toscano afferma l’idea dell’osteoporosi come un fattore di rischio, risultato di un processo fisiologico naturale del rimodellamento osseo la cui curva di progressione negli anni impatta negativamente con un ageing sempre più accentuato delle nostre popolazioni: da qui la necessità di iniziative di prevenzione, di ampio respiro, piuttosto che terapeutiche.
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