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Successo della terapia genetica per l’ischemia miocardica cronica
Inserito il 30 settembre 2000 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



Lancet, 2 settembre 2000. Ricercatori U.S.A. questa settimana riferiscono di aver avuto successo utilizzando la terapia genetica per stimolare un’angiogenesi terapeutica in pazienti affetti da ischemia miocardica cronica. “C’è stata grande preoccupazione riguardo il dubbio che la terapia genetica funzioni. Questa è una prova molto solida della sua efficacia”, ha detto il ricercatore senior del gruppo Jeffrey Isner (Tufts University School of Medicine, Boston, MA, USA).
Hanno partecipato allo studio 13 pazienti coronaropatici nei quali la terapia farmacologica standard e gli interventi avevano fallito. Il gruppo di Isner ha utilizzato il fattore di crescita endoteliale (phVEGF 165) iniettandolo direttamente nel miocardio nel corso di una toracotomia. Successivamente il gruppo ha valutato gli effetti del fattore di crescita non solo mediante la tomografia a emissione di fotone singolo (SPECT), ma anche mediante una mappatura elettromeccanica del ventricolo sinistro.
Sessanta giorni dopo l’applicazione del fattore di crescita, l’area media di miocardio ischemico si era ridotta da 6.45 cm2 a 0.95 cm2, un dato che corrispondeva alla migliorata perfusione calcolata tramite la SPECT. Tutti i pazienti erano vivi al sesto mese di follow-up, e nessuno aveva avuto complicazioni serie. C’erano anche riduzioni significative degli episodi di angina e del consumo di nitroglicerina.
”Sebbene questo sia uno studio molto elegante, la necessità della toracotomia significa che la tecnica non è molto ‘amichevole’ verso il paziente” commenta Freek Verheugt (University Hospital, Nijmegen, Netherlands). “Ciò che è necessario”, egli aggiunge, “è la possibilità di applicare il fattore di crescita tramite catetere, in modo che si possano trattare più pazienti, e si possa fare un trial randomizzato e controllato.

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