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Depressione e rischio di coronaropatia e mortalità in anziani americani |
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Inserito il 30 ottobre 2000 da admin. - cardiovascolare - segnala a:
Molti studi epidemiologici hanno associato i sintomi depressivi con le malattie cardiovascolari. Gli autori di questo studio hanno indagato se i sintomi depressivi costituiscono un rischio per coronaropatia e per mortalità totale in una coorte di anziani apparentemente sani. Da una coorte di 5888 americani anziani (>/= 65 anni), arruolati nello studio prospettico Cardiovascular Health Study, sono stati selezionati 4493 partecipanti che al momento dell’arruolamento non avevano malattie cardiovascolari. Questi soggetti hanno fornito annualmente informazioni sul loro stato depressivo, che è stato valutato mediante la Depression Scale del Center for Epidemiological Studies, e sono stati seguiti per sei anni per verificare l’eventuale sviluppo di coronaropatia e la mortalità. Per ogni partecipante è stato calcolato il punteggio medio cumulativo di depressione fino all’insorgenza dell’evento (massimo fino a sei anni di follow-up). Utilizzando modelli di rischio proporzionale tempo-dipendenti, l’indice di rischio non aggiustato, associato con ogni incremento di 5 unità del punteggio medio di depressione, per lo sviluppo di coronaropatia è stato di 1.15 (P = 0.006); l’indice per la mortalità per tutte le cause è stato di 1.29 (P < 0.0001). Nell’analisi multivariata, aggiustando per età, razza, sesso, scolarità, diabete, ipertensione, fumo di sigarette, colesterolo totale, trigliceridi, insufficienza cardiaca congestizia e inattività fisica, l’indice di rischio per coronaropatia è stato 1.15 (P = 0.006) e quello per mortalità per tutte le cause è stato 1.16 ( P = 0.006). Fra i partecipanti che avevano i più alti punteggi medi cumulativi di depressione, il rischio di coronaropatia è aumentato del 40% e il rischio di morte del 60% in confronto a quelli che avevano i punteggi medi più bassi. Conclusioni. Negli americani anziani i sintomi depressivi costituiscono un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di malattia coronarica e mortalità totale.
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