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Gli ftalati responsabili di anomalie dello sviluppo sessuale
Inserito il 30 ottobre 2000 da admin. - pediatria - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Uno studio condotto su un campione di bambine portoricane evidenzia l'effetto ormonale esercitato da queste sostanze contenute in alcune materie plastiche

Le Scienze, 20.09.2000 - Un'epidemia di sviluppo prematuro della ghiandola mammaria nelle bambine di Puerto Rico ha messo in allerta i pediatri e gli endocrinologi dell’Università di San Juan. Da circa vent’anni i casi di telarca prematuro si verificano con un’incidenza del 7-8 per mille, la più alta di cui si abbia notizia, e in soggetti particolarmente giovani. Environmental Health Perspectives di questo mese riporta la relazione dei ricercatori di Puerto Rico su questa casistica e la loro ipotesi che tale anticipata maturazione sessuale sia l’effetto di un gruppo di inquinanti chimici tra i più diffusi, gli ftalati.
Nel sangue delle bambine portoricane colpite sono state trovate infatti tracce di ftalati con una frequenza e in concentrazioni nettamente superiori ai valori riscontrati nelle loro coetanee normali.
I composti di questa classe sono ampiamente utilizzati da una cinquantina d’anni come solventi e come componenti della plastica, e si calcola che ogni anno ne vengano prodotte nel mondo circa 500.000 tonnellate. La loro proprietà di ammorbidire i materiali plastici rigidi ha fatto sì che venissero annoverati anche tra gli ingredienti principali di tettarelle, anelli per la dentizione e giocattoli destinati ai bambini più piccoli. I vari ftalati sono tuttavia così ubiquitariamente presenti nella vita quotidiana che l’esposizione può verificarsi già a partire dal periodo embrionale.
Nel 1998, la Consumer Product Safety Commission americana ha richiesto ai fabbricanti di articoli per l’infanzia e di articoli sanitari (contengono ftalati ad esempio le sacche utilizzate per i derivati ematici) di eliminare dai loro prodotti i più tossici tra questi composti, essendo stata sospettata la loro nocività per l’uomo e gli animali e la possibilità che essi vengano rilasciati dalla plastica durante l’uso. E recentemente il National Toxicology Program ha commissionato un rapporto sulla loro pericolosità: gli studi analizzati dagli esperti hanno dato risultati controversi e ancora non definitivi per quanto riguarda alcuni degli effetti patogeni, mentre confermata è la capacità di almeno uno di questi composti, il dietilexilftalato, di danneggiare lo sviluppo dell’apparato riproduttivo maschile già ai comuni livelli di esposizione ambientale.
Monica Oldani

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