Inserito il 30 dicembre 2000 da admin. - epatologia - segnala a:
E’ ben noto come il caffe’ possa svolgere diversi effetti metabolici, parte dei quali secondari ad elementi non ancora identificati presenti nella sua composizione. E’ stata ipotizzata in passato la possibile riduzione di rischio di formazione di calcoli colecistici nei consumatori di caffe’. E’ stato percio’ eseguito uno studio prospettico su oltre 46mila uomini di eta’ compresa tra i 40 e i 75 anni, della durata di dieci anni per verificare l’esistenza di tale associazione. Durante il periodo di follow-up oltre 1000 soggetti sono stati riconosciuti portatori di calcolosi colecistica sintomatica. Di questi 880 hanno necessitato di colecistectomia. Gli autori hanno considerato tutti i fattori di rischi noti. Da tale analisi e’ risultato che, per tutti i pazienti che bevevano dalle due alle tre tazze di caffe’ al giorno, il rischio relativo di formazione di calcoli era pari allo 0,6%. L’assunzione di quantitativi maggiori di caffe’ non modificavano tale parametro. Gli autori non hanno riscontrato differenze tra i vari tipi di caffe’ bevuti dai soggetti per quanto riguardava le qualita’ e i tipi di tostatura; il caffe’ decaffeinato invece non ha mostrato alcuna azione biologica a questo livello, per cui sembra molto probabile che il fattore attivo contro la colelitiasi sia proprio la caffeina.