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Non e' vero che la violenza derivi da frustrazione e deficit di autostima
Inserito il 26 dicembre 2001 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



E' opinione consolidata da lungo tempo che l'aggressivita' possa nascere da scarsa autostima (il modello del "malvivente per frustrazioni sociali") per cui psicologi, operatori sociali e insegnanti di tutto il mondo sono da lungo tempo convinti che la procedura migliore per combattere i comportamenti violenti e favorire il successo e l'integrazione sociale e scolastica sia il potenziamento dell'autostima dei giovani violenti e socialmente disturbati.
Una delle tecniche piu' usate, per esempio, consiste nell'incoraggiare gli studenti, a scuola, a formulare un elenco di motivi per cui sono persone magnifiche o a cantare canzoncine di autoincensamento.
E' stato spesso prescritto ai genitori e agli insegnanti di non criticare i ragazzi, al fine di non provocare seri danni psicologici e non trasformare dei giovani normalmente promettenti in patetici perdenti o in pericolosi criminali.
E' possibile che tali metodi servano effettivamente per aumentare l'autostima delle persone, ma sono veramente utili per prevenire la degenerazione violenta di certi tipi caratteriali giovanili?
In realta' l'immagine teorica cosi' costruita, carente di presupposti scientifici e di verifiche sperimentali, spesso non corrisponde a cio' che i ricercatori poi riscontrano sul campo: gli studi di R.F. Baumeister sembrano contraddire totalmente tale assunto. Infatti e' stato riscontrato come la maggioranza dei giovani violenti con cui si vengono a confrontare quotidianamente gli assistenti sociali e gli psicologi appaiano dotati generalmente semmai di un senso di superiorita' rispetto agli altri, essendo per di piu' pienamente convinti di aver diritto a trattamenti speciali: esattamente l'opposto a quanto ci si aspetterebbe da un soggetto carente di autostima.
In effetti la teoria della scarsa autostima, sebbene universalmente accettata non ha un fondamento teorico dimostrato, ne' Autori che l'abbiano formalmente organizzata.
Diventa importante quindi valutare con precisione se certi comportamenti violenti siano prodotti da una autostima scarsa o, al contrario, elevata.
Sono state elaborate delle batterie di test che valutano il quoziente di autostima degli individui. Benche' tale condizione possa sembrare fluttuante nel tempo, in realta' si rivela, all'esame dei test, piuttosto stabile. Cambiamenti sostanziali si producono di solito essenzialmente dopo grandi svolte nella vita o eventi particolarmente stressanti.
L'esame della letteratura effettuata dall' Autore ha evidenziato, esaminando diverse categorie di persone, come queste categorie dimostrino, mediamente, un grado di autostima differente tra di loro: gli uomini hanno piu' autostima delle donne e sono anche piu' aggressivi; i depressi hanno meno autostima e sono meno violenti rispetto ai non depressi; gli psicopatici sono eccezionalmente inclini a un comportamento aggressivo e criminale ed hanno anche un'opinione molto elevata e positiva di se' stessi: le testimonianze sull'immagine che hanno di se' gli assassini, stupratori o altro criminali, pur non essendo sistematizzate in letteratura e aventi carattere generalmente aneddotico, fanno emergere comunque un quadro di persone che si considerano speciali, privilegiate, meritevoli di un trattamento preferenziale.
E' stato riscontrato come numerosi crimini violenti sono commessi proprio in reazione a situazioni che vengono percepite come attacchi all'autostima: insulti, sgarbi, umiliazioni, attacchi all' "onore" e all' immagine di se'. Questo comportamento puo' derivare ovviamente anche all'ambiente in cui vivono certe categorie criminali, che puo' indurre a essere particolarmente sensibili a stimoli esterni di questo genere.
Anche le indagini effettuate su bande giovanili dimostrano un meccanismo di questo genere: alta considerazione di se' stessi e reazioni violente allorche' questa autostima venga minacciata.
Il complesso di queste osservazioni ha invitato i ricercatori ad esaminare in particolare quei gruppi di persone che avessero un'alta autostima di se' fino a sconfinare nel narcisismo.
Il narcisismo, nella definizione degli psicologici clinici, e' un disturbo mentale caratterizzato da un' opinione di se' ridondante e fortemente positiva, dalla convinzione di essere speciali, da auto-ammirazione, da una considerazione esagerata e irragionevole dei propri diritti, dalla mancanza di empatia.
Sono state percio' esaminate parallelamente i gradi di autostima, il grado di narcisismo, e la violenza verso gli altri. Dapprima e' stata somministrata una serie di test tendenti a scatenare comportamenti aggressivi; i risultati sono stati poi messi a confronto con gli altri due parametri (autostima e narcisismo).
I risultati sono andati a sostegno dell' ipotesi che l'egocentrismo minacciato ( e non la scarsa autostima) sia l'effettiva causa delle esplosioni di violenza. I livelli piu' alti di aggressivita' si riscontravano tra i narcisisti che ricevevano una critica ingiuriosa. I non narcisisti, sia quelli con alta che con bassa autostima, erano significativamente meno aggressivi. Cosi' pure erano poco aggressivi i narcisisti che invece venivano lodati.
Continuando le indagini e' stato confermato come la categoria dei narcisisti reagisca tipicamente con violenza essenzialmente verso coloro che attaccano l'alta opinione che questi soggetti hanno di se', ma sono totalmente indifferenti verso coloro che non gli attaccavano.
Ma i risultati di laboratorio trovano corrispondenza nel mondo reale?
Al fine di verificare questo elemento (fondamentale per poter riportare nella pratica i risultati sperimentali) gli Autori hanno percio' posto a confronto due popolazioni antitetiche: un gruppo di studenti universitari e una popolazione di detenuti nelle carceri americane.
I risultati hanno dimostrato, cosa difficile da prevedere, come i valori di autostima e di narcisismo dei detenuti fossero significativamente superiori a quella degli studenti universitari.
Benche' molti ricercatori abbiano cercato in passato di trovare tratti nascosti di mitezza e di timidezza nei violenti, queste ricerche hanno dato generalmente risultati negativi. In contrasto con l'opinione piu' diffusa tra gli psicologi e gli psichiatri, i ricercatori sul campo non hanno trovato alcun indizio del fatto che i ragazzi aggressivi siano ansiosi e insicuri sotto una scorza di duri.
Il modello dell' "egocentrismo minacciato" sembra invece mettere d'accordo sia le osservazioni empiriche riscontrabili nella vita comune, sia gli eventi come riportati dalle cronache.
In definitiva e' bene stare attenti a chi e' troppo arrogante, non a chi e' troppo insicuro.
(D.Z. Fonte: "Le Scienze" - Aprile 2001 n.392)


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