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Un click in difesa della salute mentale
Inserito il 26 ottobre 2001 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



Restituire dignità ai malati di mente, e aggiornarsi su quanto avviene nel campo della salute mentale in tutto il mondo. E' duplice l'obiettivo di chi si collega al sito internet http://www.peopleformentalhealth.org, fonte di notizie relative a un campo finora troppo sottovalutato - come sottolinea anche il Report 2001 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, dedicato appunto alla salute mentale - ma soprattutto strumento che permette a chiunque, e in modo molto semplice, di aiutare chi viene ingiustamente
isolato dalla società perché affetto da una malattia mentale.
Fondato dall'associazione riminese Cittadinanza, il sito, di cui è possibile leggere il contenuto in italiano o in inglese, ha applicato il fortunato meccanismo del celebre www.hungersite.org al campo della salute mentale: per contribuire alla causa i visitatori non devono fare altro che cliccare su un bottone presente nella homepage. Il click dà visibilità allo sponsor, lo sponsor finanzia il progetto. Se hungersite si ripromette di combattere la fame nel mondo, Peopleformentalhealth protegge i malati mentali dall'isolamento sociale e difende il loro diritto a essere curati e a condurre una vita dignitosa. A tal fine appoggia progetti in corso nei paesi a basso reddito, dove scarseggiano le cure e sopravivono pregiudizi stigmatizzanti.
Attualmente finanzia il progetto India, uno studio multicentrico che mira ad aiutare le famiglie a sostenere il carico - economico, pratico ed emotivo - di un malato schizofrenico. Il progetto, appoggiato dall'OMS e diretto da Srinavasa Murthi, direttore dell'Istituto nazionale indiano di Salute Mentale di Bangalore, mira a dimostrare come il sostegno alle famiglie si traduca in risultati positivi sui malati e, a fronte di investimenti economici contenuti, permetta di ottenere grandi benefici sociali.
Finora sono stati coinvolti 11 centri in tutta la penisola. In ciascuno di essi 100 pazienti sono stati divisi in due gruppi: 50 vengono assistiti nel modo tradizionale (sostanzialmente con la terapia farmacologica), mentre per gli altri 50 il trattamento standard viene affiancato dall'intervento familiare.
L'intervento sulle famiglie prevede, oltre che un aiuto per una migliore comprensione della malattia e un sostegno economico diretto, anche la creazione di associazioni di famiglie: si vuole cioè favorire la nascita di gruppi di auto-aiuto, attraverso cui le famiglie possano tra loro confrontarsi e sostenersi a vicenda. Per verificare l'efficacia dell'intervento periodicamente vengono valutati i sintomi del malato, il grado della disabilità, gli effetti collaterali dei farmaci e il carico familiare ed economico della malattia. Dai dati finora emersi, l'assistenza familiare si conferma meno costosa e più efficace del ricovero ospedaliero.
Il progetto India si propone anche di lottare contro discriminazione, ereditata in buona misura dai mass media nazionali (dal cinema in particolare) che ritraggono le persone che soffrono di malattie mentali come individui violenti e pericolosi per gli altri.
Supportare il modello sanitario indiano di coinvolgimento familiare potrebbe non limitarsi a una forma di assistenza verso un paese economicamente disagiato. Come osserva Murthy. l'approccio orientale ha molto da insegnare alla cultura occidentale. C'è un elemento che influenza profondamente l'atteggiamento degli indiani verso la malattia psichiatrica: la religione e, più in generale, la filosofia di vita. "In India non c'è un modello di vita ideale, uno standard a cui adeguarsi: è ammessa la diversità, ed è ammesso soprattutto il cambiamento" spiega Murthy. "La schizofrenia viene quindi vista come un momento di passaggio: non una tragedia che condanna una persona per sempre bensì un male da cui è possibile guarire. Questa consapevolezza porta i malati ad avere una maggiore compliance, cioè una maggiore disponibilità verso le cure, e anche - è dimostrato - una prognosi migliore".
Il confronto con l'Oriente, o comunque con culture diverse, sottolinea come alcune malattie abbiano radici più socioculturali che biologiche. Può bastare rilevare come in India alcuni disturbi psichiatrici molto diffusi in Occidente siano pressoché inesistenti: è il caso dei disturbi di personalità, dell'anoressia, o della sindrome dell'iperattività nei bambini.
Oltre che appoggiare i progetti di salute mentale, il sito si propone quindi di favorire un confronto e uno scambio tra culture, con l'obiettivo di comprendere meglio, e quindi curare e assistere meglio, la malattia mentale in ogni regione del mondo.
(da una mail di Luca Carra, della redazione di Occhio Clinico)


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