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Aspirina sottoutilizzata nei pazienti diabetici
Inserito il 26 febbraio 2001 da admin. - metabolismo - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



Il rischio di malattie cardiovascolari è aumentato da due a quattro volte nei soggetti diabetici rispetto alla popolazione non diabetica. Una causa importante di ciò è che i pazienti diabetici presentano una iperaggrebilità piastrinica, dovuta ad un aumentata sintesi di trombossano da parte delle piastrine. L’aspirina riduce la sintesi del trombossano fin quasi ad annullarla, a dosi comprese tra 81 e 325 mg/die. Numerosi trials hanno dimostrato l’efficacia dell’aspirina in prevenzione cardiovascolare sia secondaria che primaria. L’aspirina è inoltre un farmaco a basso costo e con scarsi effetti collaterali ai livelli raccomandati, per cui l’ADA (American Diabetes Association) già nel 1997 e poi nel 2000 ha raccomandato l’utilizzo dell’aspirina a basso dosaggio nei pazienti diabetici di età >/= 30 anni, sia in prevenzione secondaria (soggetti con storia di infarto cardiaco, angina pectoris, ictus cerebrale, attacchi ischemici transitori, claudicatio intermittens), che in prevenzione primaria (soggetti che presentano uno o più fattori di rischio quali familiarità per malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, fumo, obesità, alterazioni del quadro lipidico, micro- o macro-albuminuria).
Questo studio è stato fatto per valutare quanti soggetti diabetici potrebbero giovarsi dell’uso di aspirina e quanti effettivamente l’utilizzano.
Metodi. Sono stati rivalutati i dati del terzo National Health and Nutrition Examination Study (NHANES III), studio condotto tra il 1988 e il 1984, e sono stati presi in considerazione 1503 adulti diabetici, di età >/= 21 anni. E’ stato ritenuto consumo regolare di aspirina l’assunzione per >/= 15 giorni al mese, tenendo presente che anche l’assunzione a giorni alterni ha dimostrato un’efficacia antitrombotica.
Risultati. Il 27% dei pazienti aveva un’anamnesi positiva per malattie cardiovascolari e un ulteriore 71% aveva almeno un fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Il 37% dei pazienti con storia di malattie cardiovascolari assumeva regolarmente aspirina, contro soltanto il 13% dei pazienti che avevano uno o più fattori di rischio.
Conclusioni. Quasi ogni paziente diabetico adulto americano, secondo le linee guida dell’ADA, è candidato alla terapia con aspirina. Ciononostante, nel periodo tra il 1988 e il 1994, solo il 20% di questi pazienti assumeva con regolarità aspirina. Sono necessari maggiori sforzi per incrementare l’uso dell’aspirina nei pazienti diabetici.
A.S. fonte: Diabetes Care, febbraio 2001


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