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Esperienze dei familiari sull’autopsia
Inserito il 27 giugno 2001 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



Un’autopsia è certamente l’estremo mezzo per valutare la qualità dell’assistenza fornita. Le esperienze dei familiari dei soggetti sottoposti ad autopsia possono insegnare ai medici come gestire un’autopsia. Sette general practitioners (= medici di medicina generale) hanno preso contatto con alcuni familiari di soggetti sottoposti ad autopsia, chiedendo loro di collaborare con un’intervista sulle loro esperienze. L’intervista, effettuata da un intervistatore (non un general practitioner) esperto di eventi luttuosi e di counseling per il lutto, mediante un set di domande parzialmente strutturato, ha avuto luogo da 6 mesi a un anno dopo l’autopsia, nell’abitazione dei familiari. Complessivamente sono stati intervistati dodici parenti: sei partners, tre madri, un nipote e due sorelle. In un caso l’autopsia era stata richiesta dal giudice, in otto casi l’autopsia era stata richiesta dal general practitioner. E’ evidente che c’è spazio per migliorare la gestione dell’argomento “autopsia” da parte dei general practitioners. Il modo migliore per spiegarla è di paragonare l’autopsia ad una operazione chirurgica. Diversi familiari erano particolarmente preoccupati riguardo l’aspetto che i loro congiunti avrebbero avuto dopo l’autopsia. Molti parenti hanno riferito di essere stati rassicurati dai risultati dell’autopsia. E’ stata considerata molto importante la chiarezza sulle cause della morte. Infine, la rassicurazione sul fatto che essi non avevano trascurato eventuali sintomi importanti ha aiutato molto i familiari nel corso del loro lutto.
Conclusioni. Richiedere un’autopsia è una delle cose più difficili da fare, in un momento molto difficile. I familiari vogliono una risposta a tre domande fondamentali: “C’è qualcosa che ho trascurato?”, “Come è potuto succedere questo?” e “Ci sono fattori ereditari che potrebbero avere conseguenze per il resto della famiglia?”. Il general practitioner è il professionista ottimale per discutere i risultati di un’autopsia con i familiari sopravvissuti. L’approccio migliore per il medico è un atteggiamento aperto, curando di fornire informazioni alla famiglia e di aiutarli nel loro dolore.
Family Practice, giugno 2001


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