In questo studio di popolazione viene valutata l’ipotesi che la congestione nasale notturna abbia un ruolo causale nel russamento e nell’apnea notturna. Sono state arruolate 4916 persone di ambo i sessi, età media al momento dell’arruolamento 30-60 anni, che sono state seguite per cinque anni. All’inizio e nel corso del follow up sono stati raccolti i dati sulla frequenza della congestione nasale notturna e del russamento, come riferiti dai soggetti. Su un sottogruppo di 1032 soggetti è stata eseguita in laboratorio la polisonnografia, per valutare la frequenza degli episodi di apnea e ipopnea durante il sonno. Risultati. Dall’analisi dei dati la frequenza della congestione nasale notturna è risultata associata in modo indipendente con la frequenza del russamento. L’odds ratio (aggiustata per età, sesso, peso corporeo e fumo) per il russamento abituale associato a congestione nasale severa (intesa come congestione nasale presente sempre o quasi sempre) in confronto all’assenza di congestione nasale è stata uguale a 3 (IC 95% = 2.2 – 4). Questa associazione è indipendente da quella tra russamento e apnea notturna franca (caratterizzata da 5 o più episodi di apnea o ipopnea per ora di sonno). Le analisi prospettiche sui dati di 5 anni hanno dimostrato che i soggetti affetti da congestione nasale cronica severa hanno un rischio elevato di russamento abituale (Odds ratio per russamento abituale e congestione nasale presente sempre o quasi sempre sia all’inizio che nel corso del follow up = 4.9, IC 95% = 2.8 – 8.8). Conclusioni. La congestione nasale notturna è un importante fattore di rischio indipendente per il russamento abituale. Sono necessari ulteriori studi per stabilire se il trattamento della congestione nasale notturna può ridurre la frequenza del russamento. Archives of Internal Medicine, 25 giugno 2001