Tachiaritmia o bradiaritmia sono di solito le cause di sincope cardiogena, svelate dallo studio elettrofisiologico. Ma vi e’ una certa percentuale di pazienti in cui lo studio elettrofisiologico è negativo. Per indagare su questa categoria di pazienti, sono stati applicati in 35 soggetti di questo tipo, altrettanti registratori di eventi, che venivano arrestati subito dopo la comparsa di sincope o episodio presincopale. Il periodo di osservazione medio fu di 16 mesi. 6 (17%) pazienti andarono incontro a sincope ricorrente dopo una media di 6 mesi: in 3 casi si ebbe bradicardia ( 2 casi di blocco atrioventricolare ad insorgenza improvvisa seguito da pause di lunga durata), in 2 casi si ebbe fibrillazione atriale cronica con aumentata risposta ventricolare e in 1 caso si ebbe tachicardia sinusale. In 143 pazienti (37%) che accusarono episodi presincopali, si osservarono lieve tachicardia, tachicardia parossistica atriale o assenza di rilievi aritmologici. Solo in 1 caso si ebbe tachicardia ventriocolare parossisitica e sostenuta. In conclusione: può capitare il caso di sincope cardiogena in pazienti con studio elettrofisiologico negativo, anche se raramente. La bradiaritmia è la causa più comune.