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Come la febbre dei figli allarma le mamme
Inserito il 22 ottobre 2004 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La febbre dei piu' piccoli? Allarma otto mamme su dieci, anche se la quasi totalita' dichiara di preoccuparsi davvero a partire dai 38-39 gradi di temperatura.

E' quanto emerge dalla ricerca 'Le mamme e la salute dei figli' promossa da Boots Healthcare Italia, che ha effettuato 200 interviste telefoniche a mamme tra i 20 e i 45 anni con figli di eta' compresa tra i 6 mesi e i 10 anni.
Nonostante la comprensibile preoccupazione, comunque, dall'indagine emerge che le mamme mostrano un atteggiamento il piu' delle volte razionale in caso di malattia dei piccoli: hanno imparato a riconoscere i sintomi e quindi si sentono abbastanza tranquille. Anche la figura paterna e' vista in modo molto positivo e la figura del pediatra e' giudicata rassicurante. E la nonna materna? in alcuni casi e' punto di riferimento, in altri e' invece vista come fonte di ansia.
Per l'80% delle mamme che ripensano alla prima infanzia dei figli, dunque, la parola febbre evoca sentimenti allarmistici: di queste, il 46% parla di preoccupazione, il 17% di apprensione, il 7% di ansia, il 6% di agitazione, il 3% di paura e l'1% addirittura di terrore. Un 20% di mamme, invece, dichiara di non essere minimamente preoccupato, grazie alla familiarita' con i sintomi. Il 78% del campione intervistato, comunque, dichiara che la febbre preoccupa a partire dalla temperatura di 38,5-39 gradi e soltanto il 10% dice di non preoccuparsi finche' la temperatura non raggiunge i 40 gradi.
Ma come si giudicano le mamme alle prese con la febbre dei figli? Il 13% dichiara di comportarsi in modo molto (13%) o abbastanza razionale (48%), a fronte di un 3% che si ritiene molto allarmista. Il 67% del campione, inoltre, giudica il comportamento del marito o del partner in caso di malessere del bambino ''molto'' (17%) o ''abbastanza'' razionale (50%). Se poi l'ansia cresce e si sente il bisogno di un consiglio, l'81% delle mamme si rivolge al medico, il 9% chiede un parere alla propria madre e un 10% dichiara di non rivolgersi ad alcuno. Promossa la figura del medico: e' in grado di tranquillizzare (80%), minimizzare i sintomi e le preoccupazioni (11%). I pareri risultano invece divergenti sulla figura della nonna: se nel 50% dei casi tranquillizza e minimizza i sintomi (5%), nel 21% e' vista come fonte di ulteriore ansia.
Tutto sommato, l'indagine promuove i genitori italiani che, in caso di malattia del bambino, tendono a non modificare le proprie abitudini e la routine quotidiana, anche se sono pronti a concedere al bimbo qualcosa in piu', come un regalo o la possibilita' di dormire nel lettone. Nel 66% dei casi, ad occuparsi del piccolo malato sono la mamma o il papa' (che non vanno a lavorare) e nel 20% la baby-sitter o i nonni. E se la febbre arriva, sono le proprio le mamme quelle pronte a concedere alcuni strappi alla regola. I comportamenti piu' usuali? Il 50% cerca di stare con il bimbo piu' tempo possibile, il 22% gli permette di dormire nel lettone, il 9% torna a casa con un regalino, l'8% e' disposto a far vedere al bimbo piu' Tv alla sera, il 6% racconta le fiabe, mentre il 4%, pur andando a lavorare, chiama casa piu' volte al giorno.
Fonte: ANSA 16 FEB

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