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I fattori di rischio della neuropatia nel diabete tipo 1 |
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Inserito il 27 gennaio 2005 da admin. - metabolismo - segnala a:
L'insorgenza di neuropatia è associata con: colesterolo LDL, trigliceridi, BMI, fattore di von Willebrand, albuminuria, ipertensione e fumo.
In questo studio sono stati seguiti per oltre 7 anni 1172 soggetti affetti da diabete tipo 1. Al termine del follow-up la neuropatia si sviluppò in 276 di essi. I fattori più importanti associati all'insorgenza di neuropatia erano i livelli di glicoemoglobina e la durata della malattia. Tuttavia, dopo aggiustamento per questi fattori, gli autori hanno trovato che il rischio di neuropatia era associato in modo statisticamente significativo con le seguenti condizioni: elevati livelli di colesterolo LDL e trigliceridi, elevato BMI, elevati livelli di fattore di von Willebrand, elevati livelli di escrezione urinaria di albumina, ipertensione e fumo. La presenza di una malattia cardiovascolare al baseline raddoppiava il rischio di neuropatia indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio. Fonte: NEJM 2005; 352:341-350 Commento di Renato Rossi Non ci sono attualmente trattamenti efficaci per la neuropatia diabetica. L'unica misura che finora si è dimostrata utile nel ridurre questa complicanza è il controllo glicemico. Infatti lo studio DCCT ( Diabetes Control and Complication Trial) ha dimostrato che, nel diabete tipo 1, la terapia insulinica aggressiva (rispetto a modalità di trattamento più convenzinonali) riduce i livelli glicemici e la progressione della microangiopatia (N Engl J Med 1993; 329:977) e che i benefici si mantengono a lungo (N Engl J Med 2000; 342: 381). Questo studio osservazionale prospettico, effettuato sempre in diabetici di tipo 1, evidenzia come i fattori associati allo sviluppo di neuropatia diabetica siano non solo il controllo glicemico e la durata della malattia ma anche una serie di condizioni potenzialmente trattabili (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, obesità, ipertensione, fumo, albuminuria). Il trattamento aggressivo di queste condizioni potrebbe portare ad una riduzione del rischio di sviluppo di neuropatia oltre ad avere ripercussioni favorevoli sul rischio cardiovascolare. E' possibile inoltre che quanto evidenziato per il diabete tipo 1 sia valido anche per il diabete tipo 2.
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