I livelli di NT-proBNP e l'albuminuria sembrano rappresentare indici di rischio cardiovascolare migliori rispetto alla PCR negli anziani, specie se l'enfasi è rivolta agli end points legati all'insufficienza cardiaca.
In uno studio retrospettivo sono stati considerati 764 soggetti danesi di età compresa tra 50 e 89 anni tra cui 626 non erano affetti da insufficienza cardiaca o renale e pertanto sono stati arruolati nello studio. Nei 5 anni di follow-up 94 partecipanti sono deceduti e 65 hanno presentato un evento cardiovascolar maggiore. Sono stati studiati la mortalità e la comparsa di un primo evento cardiovascolare maggiore in funzione dei livelli basali di NT-proBNP, PCR e rapporto albuminuria/creatininuria.
L'hazard ratio (HR) della mortalità corretta per i fattori confondenti per valori oltre l'80° percentile di NT-proBNP è risultato di 1.96, per la PCR 1.46 e per il rapporto albuminuria creatininuria 1.88. Pertanto il NT-proBNP è un marker più sensibile della PCR di morte o evento cardiovascolare maggiore in anziani non istituzionalizzati.