Gli antipsicotici convenzionali, ma non quelli atipici, sembrano aumentare il rischio di aritmie ventricolari e di arresto cardiaco.
In uno studio di tipo caso-controllo si è valutata l'associazione tra uso di antipsicotici e rsichio di aritmie ventricolari e arresto cardiaco. Lo studio ha preso in esame 649 casi (pazienti osepdalizzati per aritmie ventricolari o per arresto cardiaco nel periodo luglio 1998-dicembre 1999) e 2962 controlli. L'uso di antipsicotici convenzionali risulta associato ad un rischio doppio di essere ricoverati per aritmie ventricolari o arresto cardiaco (soprattutto se coesiste una cardiopatia) mentre non si è dimostrato nessun aumento del rischio per gli antipsicotici atipici.
Fonte: Arch Intern Med. 2005 Mar 28; 165:696-701.
Commento di Renato Rossi In una recente pillola si è riferito del rischio di ictus legato all'uso di antipsicotici atipici nella demenza, con studi controversi circa un legame più o meno dimostrato di causa-effetto (Sudeep S. Gill et al. BMJ 2005 Feb 26;330:445). Questo studio, pur di tipo caso-controllo quindi soggetto a possibili bias, evidenzia che sul versante aritmico i nuovi farmaci sono più sicuri di quelli tradizionali. In particolare l'uso degli antipsicotici convenzionali aumenta il rischio di aritmie ventricolari e di arresto cardiaco di più di tre volte nei soggetti cardiopatici. In questa popolazione dovrebbe quindi essere data la preferenza ai preparati più recenti.