I bambini più piccoli di un anno possono contare correttamente il numero di oggetti in un ambiente solo se essi appartengono a categorie totalmente diverse.
Uno studio della Sissa di Trieste ed dell'Università Parigi VIII chiarisce il funzionamento del meccanismo che regola la capacità di contare dei bambini molto piccoli. Ai bambini sono stati presentati dei pupazzi con volto umano in tempi diversi. Dunque, per contare gli oggetti, i bambini si sono dovuti necessariamente basare sulla differenza fra le loro proprietà. La ricerca ha dimostrato che è l'orientamento dei visi a indirizzare nel conteggio i bambini tra i 10 e 12 mesi d'età. Le altre caratteristiche sembrano essere ignorate. I bambini, infatti, falliscono il riconoscimento di due diversi pupazzi quando entrambi i visi sono rivolti verso l'alto. Le caratteristiche direzionali delle facce modificherebbero quindi le abilità di conteggio degli oggetti. Basandosi su risultati ottenuti da altri studi con tecniche di neuroimaging, che hanno mostrato come le facce capovolte attivino sistemi cerebrali differenti, i ricercatori spiegano che questo comportamento anomalo è dovuto all'influenza di queste proprietà sulla risposta d'attivazione nelle diverse aree del cervello. Gli esperimenti suggeriscono che gli infanti considerano i visi capovolti non come appartenenti a umani ma come oggetti qualunque, facenti parte quindi di categorie naturali diverse. Ciò è ancora più sorprendente se si considera che gli infanti sono attratti dai visi fin dalla nascita e che già all'età di sei mesi sono in grado di distinguere visi differenti. Nonostante queste abilità, è soltanto molto più tardi che gli infanti riescono a capire che le facce appartengono a oggetti diversi. In alcune ricerche precedenti lo stesso gruppo di ricerca ha mostrato come gli infanti siano in grado di stabilire se hanno visto un oggetto due volte oppure due diversi. Fonte: SISSA- Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati www.sissa.it