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FANS raddoppiano il rischio di morte cardiovascolare nei forti fumatori |
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Inserito il 08 ottobre 2005 da admin. - cardiovascolare - segnala a:
L'utilizzo prolungato di FANS in pazienti fumatori riduce il rischio di cancro della cavità orale, ma raddoppia la mortalità cardiovascolare.
L'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) è stato associato con la prevenzione di parecchi tipi di cancri, tuttavia questa azione di prevenzione può essere vanificata dall'aumento del rischio di morte cardiovascolare [1]. I risultati indicano che, malgrado una riduzione di rischio di circa il 50% di cancro del cavo orale osservato in utilizzatori cronici di FANS, il beneficio osservato è stato compensato da un aumento allarmante del rischio cardiovascolare, con conseguente effetto neutro sulla mortalità. I risultati preliminari di questo studio sono stati già presentati in febbraio ad un'udienza della FDA. Il rischio cardiovascolare in eccesso, varia da 1,70 per il naprossene a 2,86 per l'ibuprofene. Lo studio è stato realizzato secondo un disegno caso controllo annidato, su dati che provengono da un grande database che raccoglie informazioni da tutte le regioni della Norvegia. Sono stati considerati 9200 soggetti a rischio di cancro orale per l'abitudine al fumo. Tra questi sono stati selezionati 454 soggetti con cancro orale e 454 controlli ben appaiati. Un totale di 263 soggetti tra i partecipanti aveva usato FANS, 83 avevano preso aracetamolo 562 non avevano usato FANS L'intensità dell'effetto protettivo dei FANS nei confronti del cancro del cavo orale era paragonabile a quella della cessazione del fumo. I ricercatori hanno tuttavia trovato che l'effetto cancro-protettivo correlato all' uso dei FANS non si è tradotto in un aumento della sopravvivenza generale, poiché l'uso prolungato dei FANS è risultato associato con un raddoppio del rischio specifico di morte per cause cardiovascolari. Il 16% degli utilizzatori di FANS è morto per cause cardiovascolari rispetto al 7% dei non utlizzatori. Secondo gli autori l'uso prolungato di FANS per la prevenzione del cancro dovrebbe essere intrapresa soltanto nei casi ad altissimo rischio.
Fonte: Lancet Early Online Publication, 7 October 2005; DOI: 10.1016/S0140-6736(05)67488-0
Commento di Luca Puccetti
Questi risultati sono soggetti ad una serie rilevante di effetti confondenti. Prima di tutto gli studi caso-controllo, specie se dal disegno annidato, prestano il fianco ad una serie di bias per la stessa metodica usata. In questo caso la popolazione studiata comprendeva forti fumatori in cui è noto che il rischio cardiovascolare è molto elevato ed è alta la probabilità di una diffusa ateromatosi e di una riduzione dell'elasticità vasale per gli effetti negativi del fumo. Inoltre la percentuale di soggetti con BPCO è assai elevata tra i fumatori e dunque possono coesistere problemi respiratori. In questi soggetti l'uso di farmaci antiffiamatori, anche non selettivi, può ben tradurs in un aumento del rischio di morte cardiovascolare. Da notare che la mortalità generale non è risultata aumentata negli utilizzatori di FANS, anche per la numerosità non rilevante del campione, verosimilmente insufficiente ad evidenziare variazioni della mortalità generale, se non di dimensioni percentualmente clamorose. E' dunque corretto affermare che questi risultati rappresentano solo una base di partenza su cui costruire studi molto più robusti e rigorosi. Infine è da notare che questi risultati non possono essere estesi "tout court" alla popolazione generale che non è esposta all'effetto del fumo con intensità pari a quella del gruppo studiato.
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