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Vaccinare i bambini contro lo pneumococco protegge anche gli anziani
Inserito il 26 ottobre 2005 da admin. - pediatria - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

In concomitanza con l'introduzione della vaccinazione con vaccino eptavalente coniugato antipneumococcico oltre che ad una riduzione delle polmonite tra i bambini si è osservata una sensibile riduzione anche negli anziani.

Dal Marzo 2000 il vaccino antipneumococcico eptavalente coniugato (PCV-7) è stato somministrato con uno schema in 4 somministrazioni (2, 4, 6 e 12 mese) ai bambini statunitensi. Parallelamente è stata osservata una riduzione della polmonite acquisita in comunità tra la popolazione adulta ultracinquantenne.
Lo studio ha preso in esame i dati relativi alla diffusione della malattia invasiva da pneumococco (MIP) in 8 aree geografiche statunitensi (popolazione 18,813,000 soggetti) dal 1998 al 2003.
L'incidenza della MIP tra gli adulti con età oltre 50 anni è diminuita del 28%, da 40.8 casi/100,000 nel 1998-1999 a 29.4 nel 2002-2003. Tra gli adulti oltre i 50 anni l'incidenza della MIP causata dai sierotipi contenuti nel PCV-7 si è ridotta del 55% da 22.4 a 10.2 casi/100,000.
Invece, la MIP causata da ceppi contenuti nel vaccino polisaccaridico per adulti, è risultata di poco aumentata, da 6.0 a 6.8 casi/100,000.
I ricercatori stimano che rispetto agli anni antecedenti la somministrazione di massa del PCV-7, nella popolazione ultracinquantenne si siano verificati 12,500 casi di MIP e 1,100 morti in meno.

Fonte : JAMA. 2005;294:2043-2051.

Commento di Luca Puccetti

A differenza del vaccino per adulti, che contiene 16 o 23 antigeni polisaccaridici capsulari pneumococcici purificati, che conferisce protezione negli individui anziani e a rischio di complicanze, quello per bambini eptavalente coniugato conferisce un sensibile effetto protettivo a livello di popolazione e non solo a vantaggio dei vaccinati. Infatti il vaccino riduce di molto la condizione di portatore tra i vaccinati e dunque quando questi bambini entrano in contatto con altri bambini e con adulti la possibilità di trasmettere l'infezione è ridotta conseguentemente.

Commento di Renato Rossi
Questo studio è di tipo osservazionale quindi non prova in modo inconfutabile che l'uso del vaccino 7-coniugato antipneumococcico nella popolazione pediatrica porti ad una riduzione della malattia invasiva negli adulti, però conferma i dati di un altro lavoro recente [1], che suggeriva come la vaccinazione pediatrica non solo riduce i casi di malattia invasiva nei bambini, negli adulti e negli anziani ma anche la comparsa di ceppi di pneumococco resistenti ai macrolidi.
Tra l'altro lo studio qui recensito è suggestivo perchè dopo l'introduzione della vaccinazione pediatrica si è osservata una riduzione dei casi di malattia invasiva solo per i ceppi di pneumococco contenuti nel vaccino 7-coniugato e non in quello 23-polisaccaride.
Secondo gli autori questi dati dovrebbero portare le autorità sanitarie ad incrementare l'uso del vaccino pediatrico, anche se riconoscono che non sappiamo se questi benefici siano riproducibili in altri contesti e in popolazioni diverse.


Bibliografia:
1. Lancet 2005; 365:855-863

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