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La leptina implicata nella sclerosi multipla?
Inserito il 13 gennaio 2006 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

In topi affetti da un modello sperimentale di sclerosi multipla un calo della leptina si associa ad una diminuzione della progressione della malattia che riprende con l'aggiunta di leptina.


I ricercatori del Cnr di Napoli sono riusciti ad arrestare la progressione della encefalomielite autoimmune, un modello sperimentale simile alla sclerosi multipla, in alcuni topi agendo sulla leptina, ormone implicato nella regolazione del peso corporeo, del metabolismo e delle funzioni riproduttive.
La ricerca, coordinata da Giuseppe Matarese, Istituto di Endocrinologia e Oncologia Sperimentale, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IEOS-CNR) and Cattedra di Immunologia, Dipartimento di Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare, Università di Napoli "Federico II", è partita dalla constatazione che la leptina, che, oltre ad essere in grado di regolare la sensazione di sazietà, aveva un' influsso sulla funzione dei linfociti T.
I topi affetti da un difetto genetico che comporta la non produzione di leptina, oltre ad essere obesi presentano anche immunodepressione, con un numero di linfociti T molto più basso rispetto ai topi normali. Somministrando leptina, i topi, oltre a ristabilire le funzioni normali del sistema immunitario, riacquistavano peso.
Nel presente studio si è notato che quando i topi geneticamente predisposti alla encefalomielite avevano un calo della leptina sierica, la progressione della malattia veniva ritardata e i sintomi si attenuavano, nel momento in cui si riprendeva la produzione di leptina invece la malattia si riaccendeva e progrediva.
Un ulteriore importante risultato delo studio è che mediante tecniche immunoistologiche è stato evidenziato che la leptina viene prodotta da cellule T attivate che si moltiplicano proprio mediante la produzione di leptina in una sorta di autostimolazione paracrina.
Gli Autori, trasferendo i risultati ottenuti in laboratorio nell'uomo, ipotizzano che il sovrappeso possa esercitare un ruolo importante nella comparsa delle malattie autoimmuni. A conferma di ciò c'è anche un recente studio condotto dall'istituto Ieos del Cnr su alcuni pazienti affetti da sclerosi multipla dove le donne, che a parità di peso corporeo producono maggiore quantità di leptina, sono maggiormente colpite dalla malattia.
Secondo i ricercatori del Cnr, i dati raccolti con questo studio forniscono delle buone basi per poter sviluppare nuovi trattamenti in grado di regolare la produzione di leptina mediante un approccio nutrizionale e farmacologico per curare malattie autoimmunitarie come la sclerosi multipla.

Fonte:
1) J. Clin. Invest. 2003, 111:241-250
2) Universonline.it
3) J. Clin. Invest., 10.1172/JCI26523

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