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L' intelligenza non salva dai vuoti mentali
Inserito il 28 febbraio 2006 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Nelle prove di performace le persone più intelligenti possono mostrare inaspettati problemi.

Le persone intelligenti spesso ritengono
di avere meno probabilità di incappare
in un blocco mentale, o “black out”,
vuoi per l’intelligenza in se’, vuoi per la
capacità di affrontare i problemi che si
pongono.
Per verificare questo assunto, Sian Bellock
e Thomas Carr, della Michigan
State Univrsity hanno sottoposto a un
complicato esperimento 93 studenti universitari.
I partecipanti all’esperimento
sono prima stati suddivisi in due gruppi,
mediante un test di intelligenza. Un
gruppo era formato dagli studenti con
intelligenza normale o comunque sufficiente,
il secondo gruppo da studenti con
intelligenza “superiore”.
Strutturati i due gruppi, è stato somministrato
loro un compito di tipo matematico,
composto da una serie di esercizi da
risolvere in un tempo prestabilito. Al
secondo gruppo fu chiesto di avere un
rendimento del 20% superiore al primo,
al fine di avere un premio in denaro. Per
aumentare ulteriormente lo stress relativo
alla prova, fu inserita un’ulteriore
condizione: ogni studente venne abbinato
ad un altro, e solo se entrambi avessero
avuto successo sarebbero stati premiati.
Durante il corso dell’esperimento
vennero tutti informati che il compagno
era riuscito a completare la prova.
Tale informazione serviva a generare nei
partecipanti una forte ansia da prestazione.
Gli studenti con intelligenza media, nella
maggior parte dei casi, non mostrarono
particolare stress e continuarono a
lavorare tranquillamente. Gli studenti
del secondo gruppo, invece, reagirono
diversamente. Invece di darsi da fare per
ottenere il premio, tendevano in maggioranza
a bloccarsi e a non andare piu’
avanti nello svolgimento del compito.
Anche la resa era molto al di sotto delle
loro possibilità reali. La paura di fallire,
evidentemente, li portava ad un vero
blocco mentale.
Bisogna pero’ fare qualche osservazione:
I due gruppi sono stati prima discriminati
con un test di intelligenza (e sappiamo
come tali test abbiano dei problemi,
in quanto non tutti misurano la stessa
cosa); il compito assegnato era invece
un esercizio di attenzione sostenuta in
situazione di stress. L’intento originario
era misurare se le persone intelligenti
siano prive di black out mentali o se
comunque ne “soffrano” in misura minore.
Sono quindi stati sottoposti ad una
situazione estremamente stressante, e si
è registrato che chi aveva valori alti nel
test di intelligenza aveva piu’ possibilità
di incappare in un vuoto mentale rispetto
a chi aveva avuto risultati piu’ bassi.
Ma se il test di intelligenza applicato
fosse egli stesso influenzato dalla capacita’
attentava dei soggetti; ne’ e’ chiaro
se esista una correlazione diretta tra intelligenza
e scarsa tolleranza allo stress,
o se cio’ si verifica unicamente attraverso
una diminuzione dell’ attenzione.
Insomma: la persona piu’ intelligente si
distrae di piu’ o cade in situazione di
panico da stress?
Guido Zamperini
Fonte: Psicologia Contemporanea, N.
193 (Gen-Feb 2006)

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