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Effetto placebo: conta anche il rituale magico? |
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Inserito il 21 aprile 2006 da admin. - professione - segnala a:
Il placebo arricchito da rituali è più efficace di un placebo non corredato da pratiche accessorie.
Lo scopo di questo studio era di valutare se un "device" simulato (un ago da agopuntura che veniva inserito non rispettando le regole dell'agopuntura classica, vale a dire una vera e propria agopuntura simulata) ha un effetto antidolorifico superiore ad una pillola placebo in pazienti con dolore persistente alle braccia. A questo fine sono stati arruolati 270 soggetti, randomizzati ad agopuntura simulata (n = 133) oppure a pillola placebo (n = 133); quattro soggetti sono stati ritenuti non eligibili e quindi esclusi dalla randomizzazione. Dopo un periodo di run-in di 2 settimane ogni gruppo è stato di nuovo randomizzato: il gruppo trattato con agounpura simulata riceveva agopuntura tradizionale cinese o agopuntura simulata, quello trattato con pillola placebo riceveva amitriptilina oppure placebo. Le sedute di agopuntura (vera o simulata) erano effettuate due volte alla settimana per 6 settimane, mentre la somministarzione di pillola placebo o amitriptilina avveniva una volta al giorno per 8 settimane. Lo studio si proponeva di determinare l'efficacia del trattamento placebo in entrambi i gruppi valutando l'intensità del dolore con una score a 10 punti. Durante il periodo di run-in il dolore alle braccia diminuì in entrambi i gruppi senza differenze significative, anche se la funzione dell'arto migliorava di più nel gruppo che riceveva il placebo in pillola. Tuttavia i sintomi, valutati considerando l'intero periodo dello studio, si ridussero di più nel gruppo trattato con agopuntura simulata. Tali differenze non erano invece evidenti per quanto riguarda la funzionalità dell'arto. Gli effetti avversi riportati differivano nei due gruppi. Con l'agopuntura simulata gli effetti avversi erano dolore durante il trattamento, l'aumento del dolore dopo la rimozione dell'ago, l'arrossamento o il gonfiore della zona trattata. Con la pillola placebo gli effetti avversi riportati erano vertigini, sonnolenza, bocca secca, nervosismo, mal di testa, ansia, incubi, nausea, minzione frequente, eruzioni cutanee, ecc. Chiaramente in entrambi i gruppi gli effetti avversi mimavano quanto era stato detto ai pazienti circa i possibili effetti collaterali durante il colloquio per ottenere il consenso informato Gli autori concludono che il "device" simulato ha un effetto superiore a quello ottenuto somministrando una pillola placebo sul dolore e sulla severità dei sintomi riferiti dai pazienti. L'effetto placebo sembra essere "plasmabile" e dipendente da comportamenti che sono caratteristici dei vari rituali medici. Fonte: BMJ 2006 Feb 18; 332:391-397 Commento di Renato Rossi Lo studio è interessante in quanto porta un ulteriore contributo alla conoscenza di quel fenomeno complesso che va sotto il nome di effetto placebo. Anche se non esistevano evidenze forti che alcune pratiche rituali o alcuni "device" (per usare un termine inglese ormai ampiamente impiegato) possiedono un effetto placebo superiore alla semplice somministrazione di una pillola inerte, l'esperienza di tutti i giorni conferma che in realtà è così. Per una vasta serie di sintomi in cui è importante la componente soggettiva e quella emozionale una siringa funziona meglio di una pillola e una fleboclisi funziona meglio di una iniezione. Evidentemente su alcuni sintomi contano molto le credenze del paziente, quello che il medico dice, i rituali di tipo "magico", se così vogliamo chiamarli, e l'uso di apparecchiature connesse ad alcune pratiche sanitarie più che ad altre. Interessante anche il dato sugli effetti collaterali, influenzati da quanto i pazienti avevano appreso durante il colloquio per il consenso informato. Qualcuno potrebbe eccepire sull'uso del placebo, paragonandolo ad acqua fresca. In realtà, purchè usato a ragion veduta e in modo consapevole dal medico, può essere un'arma efficace che si aggiunge alle altre disponibili nel trattamento di vari tipi di sintomi in cui è presenta una forte componente di soggettività o un vissuto emotivo e dove la psiche gioca un ruolo non trascurabile.
Commento di Luca Puccetti In farmacopea dovrebbe essero introdotti numerosi placebo, noti solo al medico, con foglietti illustrativi costruiti ad hoc in modo da far aderire il paziente completamente e senza sospetti all'idea di assumere un farmaco attivo. I placebo dovrebbero essere cambiati periodicamente in modo da non far insospettire il pubblico. La terapia è il medico.
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