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Le dimissioni dagli istituti di cura negli anni 2001 e 2002
Inserito il 11 giugno 2006 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Una valutazione completa delle schede di dimissione ospedaliera relative agli anni 2001 e 2002 operata dall'ISTAT.

Nel 2002 si sono registrati quasi 13 milioni di ricoveri, di cui circa 9,6 milioni in regime ordinario (74 per cento) e 3,4 milioni in regime di day hospital (26 per cento). A fronte di questo lieve aumento delle ospedalizzazioni rispetto all’anno precedente, il numero di giornate di degenza in regime ordinario si è ulteriormente ridotto, assestandosi su 70 milioni, con una degenza media pari a 7,4 giorni. Analizzando i ricoveri per tipo di attività e regime di ricovero, si osserva in corrispondenza dell’attività per acuti che il saldo positivo è dovuto all’aumento del ricorso al day hospital (circa 262 mila casi in più) ed alla diminuzione dei ricoveri ordinari (279 mila casi in meno), mentre meno netti sono gli incrementi per l’attività di riabilitazione.
Tassi di dimissione ospedaliera in regime di ricovero ordinario superiori alla media nazionale (168 per mille) si registrano in particolare nelle aree meridionali del paese: nel Mezzogiorno si sono avute 177 dimissioni ogni mille residenti, 167 al Centro e 161 al Nord. Per quanto riguarda l’attività di day hospital, i tassi di dimissione ospedaliera continuano a mostrare un gradiente da Nord al Mezzogiorno, da valori più alti a quelli più bassi: infatti rispetto ad un valore nazionale di 59 dimissioni ogni mille residenti, nel Nord e nel Centro si osservano valori rispettivamente pari a 61 e 62, mentre nel Mezzogiorno il tasso scende a 54. Tuttavia si osserva un recupero del Mezzogiorno: la percentuale di dimissioni in regime di day hospital rispetto al 1999 è passata da 16,8 per cento a 24,4 per cento con un incremento di circa 7 punti percentuali rispetto ai 5 punti del Nord (passato dal 24 per cento al 29 per cento).
Per ciò che concerne la distribuzione delle dimissioni per sesso, si osserva, sia nel 2001 che nel 2002, in regime ordinario, che le donne rappresentano il 53 per cento circa delle dimissioni se il ricovero è in discipline per acuti, il 56 per cento circa se è in riabilitazione e circa il 60 per cento se è in lungodegenza. Anche nelle dimissioni dal day hospital le donne pesano per una quota più elevata rispetto agli uomini (55 per cento).
Il quadro al 2002 si presenta quindi pressoché immutato rispetto al passato con una prevalenza del sesso femminile nei ricoveri in discipline per acuti (sia ordinari che in day hospital), per il maggior ricorso ospedaliero delle donne per la maternità e per i problemi connessi al processo riproduttivo. La prevalenza dei ricoveri delle donne è una costante anche nel caso della riabilitazione e della lungodegenza. Fanno eccezione solo i ricoveri per riabilitazione in regime di day hospital, dove il 55 per cento sono riferiti al sesso maschile. Per quanto riguarda l’età, l’ospedalizzazione aumenta al crescere dell’età sia in regime ordinario che in day hospital. Nel 2002 per i ricoveri ordinari si passa da un tasso di dimissione per mille abitanti pari a 76 per la classe di età 1-14 anni a 470 oltre gli 84 anni. Nel caso del day hospital il valore minimo è in corrispondenza di 1-14 anni e 15-44 anni (41 per mille) e il valore massimo per la classe 75-84 anni ammonta a 106.
L’analisi della diagnosi principale alla dimissione evidenzia un maggior numero di dimissioni in corrispondenza delle malattie del sistema circolatorio (14 per cento), delle malattie dell’apparato digerente (9 per cento), dei tumori (9 per cento) e delle malattie del sistema nervoso (9 per cento). In relazione al sesso si evidenzia, per le donne, che la quota più elevata di dimissioni è relativa agli eventi riproduttivi (14 per cento), mentre per gli uomini corrisponde alle malattie del sistema circolatorio (16 per cento). Entrando maggiormente nel dettaglio delle diagnosi principali previste nella lista abbreviata adottata da Eurostat (vedi http://europa.eu.int/com/health/ph information/dissemination/reporting/hospital en.htm ), il quadro epidemiologico appare piuttosto differenziato a seconda del sesso e delle classi di età.
Le malattie del sistema circolatorio, negli uomini sono responsabili di quasi 1 milione di dimissioni, di cui oltre il 50 per cento concentrate nell’età 45-74 anni. Nelle donne le dimissioni sono circa 800 mila, di cui oltre il 50 per cento concentrate in età più avanzate (65-84 anni). Nell’ambito dei sottogruppi predominano i ricoveri per le malattie ischemiche del cuore e per quelle cerebrovascolari, ma mentre per gli uomini le prime prevalgono sulle seconde, per le donne ad incidere maggiormente sono le malattie cerebrovascolari. Nell’ambito delle malattie dell’apparato digerente, le dimissioni ammontano a 655 mila casi per gli uomini e 515 mila per le donne. La classe di età in cui si concentra il maggior numero di ricoveri è 45-64 anni nei primi (32 per cento) e 15-44 anni nelle seconde (27 per cento). L’ernia della cavità addominale è responsabile di una quota rilevante di dimissioni in questo gruppo di malattie, in particolare per gli uomini rappresenta il 30 per cento. Nell’ambito delle dimissioni per tumori, il 68 per cento è rappresentato dai tumori maligni; per gli uomini, sono caratterizzanti i tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni con 55 mila casi (di cui il 40 per cento nella classe di età 65-74 anni) e per le donne i tumori maligni al seno con quasi 71 mila casi (di cui il 46 per cento nella classe di età 45-64 anni).
Importanti sono anche le malattie del sistema nervoso, con 487 mila dimissioni per gli uomini e 641 mila per e donne. Nei primi le dimissioni più frequenti sono in corrispondenza della classe 65-74 anni; nelle seconde la requenza massima è nell’età successive (75-84 anni). Da notare che nei bambini di 1-14 anni un numero ignificativo di dimissioni è determinato dalle epilessie: 10 mila casi nei maschi e oltre 8 mila casi nelle femmine. Sempre nell’ambito delle malattie del sistema nervoso, oltre l’epilessia, si distinguono il morbo di Parkinson (quasi 17 mila casi) e la sclerosi multipla (poco più di 20 mila dimissioni), ma mentre nel primo caso non vi è una differente consistenza numerica fra i due sessi, per la sclerosi multipla i ricoveri sono significativamente più frequenti nelle donne: nel 2002 si sono registrati più di 13 mila casi di ricovero per tale causa rispetto a 7 mila casi negli uomini.
Una quota rilevante di ricoveri riguarda i bambini al di sotto di un anno di età: nel 2002 si registrano più di 338 mila ricoveri, con un tasso pari a 636 dimissioni per mille bambini (nel 2001 era 620). Nell’ambito delle prime dieci diagnosi di dimissione caratterizzanti tale età, la maggior parte si riferisce alle condizioni morbose di origine perinatale. In particolare, fra le altre diagnosi più rilevanti, la prematurità, la bronchite e bronchiolite, le complicazioni del travaglio e del parto per il feto o neonato e l’ipossia e asfissia alla nascita, caratterizzano l’ospedalizzazione di entrambi i sessi. Dal 2001 al 2002, si osserva un aumento dei tassi di dimissione per tali patologie, ad eccezione dei casi relativi alle complicazioni del travaglio e del parto del feto o neonato. Nel 2002 le dimissioni per queste diagnosi sono pari a 20 per mille residenti nei maschi e 18 per mille nelle femmine. In entrambi i casi il Mezzogiorno presenta tassi superiori al valore medio nazionale (per i maschi 34 dimessi ogni mille e per le femmine 32 per mille). Nell’età pediatrica (1-14 anni) si verificano il 7 per cento delle dimissioni totali, di cui circa 518 mila casi si riferiscono ai maschi e poco più di 380 mila alle femmine. Per ambedue i sessi le prime dieci patologie rappresentano il 28 per cento del totale nell’età considerata, ma si riferiscono a diagnosi diverse (Figura 2). Per i bambini più di 11 mila casi sono relativi alle anomalie congenite degli organi genitali e circa 10 mila all’ernia inguinale; per le bambine le infezioni intestinali, altri disturbi endocrini, le infezioni acute delle vie respiratorie e i sintomi relativi alla nutrizione, al metabolismo e allo sviluppo (con più di 5 mila casi nel 2002) caratterizzano tale classe di età. Fra le patologie rilevanti per ambedue i sessi, si evidenziano l’asma e le epilessie. Nel 2002, a livello regionale, Liguria, Lazio e Abruzzo presentano tassi di dimissione per asma decisamente superiori al valore medio nazionale, pari a poco più di tre dimissioni ogni mille residenti per i maschi e a circa due per le femmine. Tale fenomeno potrebbe dipendere dalla presenza di istituti di cura specializzati per l’età pediatrica. Nel caso dell’epilessia per gli uomini sono il Lazio, la Sicilia e la Sardegna le regioni che hanno valori superiori alla media e per le donne la Valle d’Aosta, le Marche, il Lazio, la Sicilia e la Sardegna. Nell’età successiva, 15-44 anni, mentre per gli uomini si hanno 106 dimissioni ogni mille abitanti, per le donne sono 184 ogni mille, soprattutto per effetto delle dimissioni legate agli eventi riproduttivi. Tra le prime dieci cause di ricovero, queste rappresentano il 35 per cento delle dimissioni in tale età. Si segnalano l’aborto indotto legalmente (interruzione volontaria di gravidanza), l’aborto ritenuto e l’aborto spontaneo, oggetto di rilevazioni ad hoc effettuate dall’Istat per la rilevanza di questi fenomeni nella salute della donna. Le dimissioni per interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) nel 2002 ammontano a circa 137 mila casi, corrispondenti a quasi 10 dimissioni ogni mille residenti. La regione Puglia e quella che, sia per il 2001 che per il 2002, presenta i valori più alti, pari a 15 dimissioni ogni mille residenti. Per quanto attiene il fenomeno degli aborti spontanei, definiti dalla normativa italiana come le interruzioni involontarie di gravidanza che si verificano entro il 180° giorno compiuto di gestazione, va sottolineato che dalle schede di dimissione ospedaliera tale evento non è direttamente individuabile. Difatti sarebbe necessario disporre di informazioni aggiuntive relative alle diagnosi “aborto spontaneo”, “aborto ritenuto” e “mortalità intrauterina”, per poter stimare la quota attribuibile all’aborto spontaneo così come definito dalla normativa italiana. Negli uomini le prime dieci cause di ricovero corrispondono al 19 per cento delle dimissioni tra 15 e 44 anni. In particolare, le lesioni interne del ginocchio con oltre 53 mila dimissioni, l’ernia inguinale con più di 30 mila dimissioni, le varici di altre sedi con circa 26 mila dimissioni, e, nell’ambito delle malattie psichiche, le psicosi schizofreniche (circa 21 mila), seguite dai casi di Hiv (oltre 17 mila dimissioni) sono le diagnosi più rilevanti. Nel caso delle psicosi schizofreniche, la regione che ha nel 2002 un tasso di ricovero più elevato e pari a oltre tre dimissioni ogni mille abitanti, è la Sicilia, rispetto ad un valore nazionale di 1,7.
Le dimissioni tra i 45 e i 64 anni nel 2002 sono più di 3 milioni, con tassi pari a 218 per gli uomini e a 205 per le donne ogni mille abitanti. Le prime dieci cause di ricovero corrispondono al 25 per cento per i primi e al 27 per cento per le seconde (Figura 4). Fra tali cause, per gli uomini le malattie epatiche croniche e cirrosi, con quasi 32 mila dimissioni nell’anno 2002, sono la quarta causa in ordine di grandezza. Nell’ambito delle malattie del sistema circolatorio, segue l’infarto miocardico acuto (in lieve aumento dal 2001 al 2002 passando da un tasso di dimissione del 3,9 ad un tasso del 4,1) e le altre forme di cardiopatia ischemica cronica. Anche il diabete mellito è tra le principali cause di ricovero, per ambedue i sessi, con valori più elevati nel Mezzogiorno. Per le donne, in tale classe d’età, sono importanti anche i ricoveri per tumori maligni della mammella, particolarmente elevati in Sardegna (il tasso di dimissione è pari a 7,5 nel 2002 rispetto ad un valore medio di circa quattro dimissioni ogni mille abitanti). Anche l’ipertensione rientra tra le diagnosi più importanti: il tasso di dimissione è pari a circa tre, e, ancora una volta, è più elevato nel Mezzogiorno. In particolare in Puglia nel 2002 è pari a nove ogni mille residenti.
Nell’età successiva, tra i 65 e i 74 anni, i tassi di dimissione nel 2002 per gli uomini sono circa pari a 450 ricoveri ogni mille residenti e per le donne a 319. Le prime dieci patologie spiegano quasi il 29 per cento del totale delle dimissioni nell’età considerata per ambedue i sessi e la prima causa di ricovero è la cataratta. Gli uomini presentano valori elevati per i tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni (pari a nove dimissioni ogni mille abitanti nel 2001 e poco più di otto ogni mille nel 2002) e per i tumori maligni della vescica. Per le donne, della stessa età, è invece l’artrosi la principale causa di ospedalizzazione (dieci dimissioni ogni mille abitanti). Segue il diabete mellito con un tasso pari a 6,2, particolarmente elevato nel Mezzogiorno (più di dieci dimissioni ogni mille abitanti). Anche i tumori maligni della mammella sono tra le prime dieci cause di ricovero con un tasso di dimissione pari a cinque ogni mille residenti. A differenza dell’età precedenti, tra i 75 e gli 84 anni, i tassi di dimissione dal 2001 al 2002 aumentano sia per gli uomini che per le donne, anche per effetto del progressivo invecchiamento della popolazione. A queste età l’insufficienza cardiaca costituisce una quota significativa di ricoveri (4 per cento sia negli uomini che nelle donne). Nel 2002, i tassi di dimissione per gli uomini, sono più elevati nel Nord con circa 26 dimissioni per insufficienza cardiaca ogni mille abitanti rispetto ad un valore medio di circa 25, ed in particolare in Friuli Venezia Giulia, in Trentino Alto Adige e nel Veneto. Anche nel Molise si ha un tasso elevato pari a 32,8. Per le donne l’insufficienza cardiaca ha invece tassi più elevati nel Mezzogiorno, in particolare in Molise (24,7) e in Calabria (21,2) rispetto ad un valore nazionale di circa 17 dimessi ogni mille abitanti. Le successive cause di ricovero sono, per gli uomini, i tumori maligni della vescica (19 mila dimissioni), l’infarto miocardico acuto (16 mila) e i tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni (14 mila); per le donne l’artrosi (più di 24 mila dimissioni) come nell’età precedente, il diabete mellito (oltre 15 mila dimissioni), l’occlusione delle arterie cerebrali e l’infarto miocardico acuto (circa 14 mila casi). Infine dopo gli 84 anni, per ambedue i sessi, il quadro epidemiologico risulta simile a quello della classe di età. Nell’ambito delle prime dieci cause di ricovero (pari al 35 per cento per gli uomini e al 38 per cento per le donne rispetto al totale delle dimissioni nell’età considerata), l’insufficienza cardiaca, le aritmie cardiache, l’infarto miocardico acuto e l’occlusione delle arterie cerebrali, sono prevalenti in tale età sia per gli uomini che per le donne.

Fonte: ISTAT

per consultare il documento: http://www.pillole.org/public/aspnuke/downloads.asp?id=201

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