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Sanità Italiana: un tesoro non adeguatamente apprezzato
Inserito il 03 ottobre 2006 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Le critiche verso il SSN sono pressoche' universali. Ma sono effettivamente giustificate?

Noi italiani, spesso esterofili, facciamo spesso riferimento alle esperienze di altri Paesi, prendendone esempio. Nel settore della Sanita', pero', tale impostazione appare del tutto erronea, specie alla luce di episodi sconcertanti riferiti da persone che si trovano in altri paesi.

Un collega in vacanza in America ha raccontato, ad esempio, di aver visto un passante stramazzare al suolo lungo la Fifth Avenue e di essersi immediatamente prodigato in suo soccorso con una serie di manovre rianimatorie. Entro pochissimi minuti (tre, quattro) arrivarono quattro autoambulanze; il medico italiano respiro’ sollevato ma, appena appreso che il passante non aveva un’assicurazione sanitaria, le stesse ambulanze ripartivano lasciando a terra lui e lo sconcertato soccorritore. Solo dopo solo una quarantina di minuti arrivo’ un’ambulanza del servizio pubblico.

Un altro medico italiano si trova in vacanza negli Stati Uniti con la moglie, che viene colta da una leggera forma di cistite. La farmacia a cui si rivolgono rifiuta di consegnare un farmaco disinfettante in quanto, dice il farmacista, tali farmaci possono essere dispensati solo dietro presentazione di ricetta medica (non di un medico qualsiasi, ovviamente, ma solo di un medico americano). Si rende necessario quindi di recarsi al vicino Pronto Soccorso per la prescrizione del caso. Al P.S. la paziente viene visitata da un urologo, da un ginecologo, le viene fatto un prelievo delle urine mediante cateterismo, sotto lo sguardo incredulo dello sconcertato medico italiano. Solo dopo alcune ore la diagnosi viene confermata e viene stilata la ricetta per un banale disinfettante in uso anche in Italia, del costo di pochi soldi. Il tutto si conclude con la presentazione della parcella: un milione e mezzo delle vecchie lire per curare una banale cistite.

A chi scrive e’ capitato invece di essere contattato da diversi cittadini americani di lontana origine italiana che si informavano della possibilita’ di usufruire del nostro Servizio Sanitario. Uno di questi, in particolare, raccontava di essere affetto da una grave cardiopatia che necessitava di un intervento chirurgico ma che, pur lavorando come giornalista, non era in grado di pagare tale intervento in quanto, neppure vendendo la casa ove abitava. Sperava quindi di potersi far operare in Italia, dove tali interventi vengono effettuati routinariamente e gratuitamente.

I cittadini italiani non hanno la minima idea cio' che accade nei paesi mancanti di un sistema sanitario nazionale esteso a tutta la popolazione.
Anche i telefilm della serie E.R., sul notissimo Pronto Soccorso americano, hanno spesso evidenziato come sovente dei cittadini di ceto medio non disponessero di mezzi economici che consentissero di curare (e talvolta neppure di diagnosticare) le patologie piu' gravi.
Pochi sanno, ad esempio, che interventi routinari come l’applicazione di un pacemaker o di uno stent coronarico possa avere un costo complessivo di varie decine di milioni delle vecchie lire, e che la cura di una neoplasia, pur salvando la vita ad una persona, possa costare ai cittadini centinaia di milioni. Tali spese pero' non sono percepite in quanto non gravano sui diretti interessati (i malati) ma vengono accollate all' intera comunita'.
Il SSN ha dunque dovuto operare certe scelte, accollandosi gli oneri piu' gravosi e lasciando a carico dei singoli l' onere delle piccole patologie.
Di tutto cio’ il paziente non ha il minimo sentore; capita quindi che molti italiani abbiano una impressione negativa del SSN in quanto ne percepiscono solo i lati negativi che arrivano alla loro esperienza diretta (come il pagamento del ticket, le liste di attesa, la scomodita’ degli orari).

E' necessario che questi aspetti vengano assolutamente messi in risalto, in modo che tutti si rendano conto che la valutazione complessiva dei servizi del SSN va fortemente a favore del cittadino. Sembra in effetti assurdo che, una persona operata magari di un tumore, sottoposta a chemioterapie lunghissime, radioterapie, ad analisi di controllo e accertamenti periodici dal costo complessivo di centinaia di milioni di lire, abbia una percezione negativa del SSN perche’ deve magari pagare pochi euro per un pomata dermatologica.
Tale percezione negativa, e il continuo battere su tali aspetti marginali, puo' favorire coloro che auspicano il progressivo smantellamento di un servizio che, malgrado una serie di difetti marginali, fornisce prestazioni che pochi altri al mondo possono concedere.
La strada da percorrere e' semmai quella della lotta agli sprechi e della responsabilizzazione degli utenti, disinnescando alcuni meccanismi che favoriscono l' uso improprio delle risorse disponibili.

La Sanita' si avvia verso una strutturazione simile a quella delle Assicurazioni di "copertura dei grandi rischi". Cio' obbliga a trascurare la copertura di tutte le piccole patologie, ma potrebbe essere utile prendere coscienza del fatto che molti di quelli che ora si lamentano per piccoli disagi sarebbero, in altre nazioni, gia' morti.
Daniele Zamperini (Occhio Clinico Marzo 2006)

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