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Il fumo aumenta il rischio di diabete |
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Inserito il 12 settembre 2006 da admin. - metabolismo - segnala a:
Esiste una relazione tra fumo attivo e passivo e rischio di sviluppo di intolleranza al glucosio.
Lo scopo di questo studio prospettico di coorte, iniziato nel 1985-86 e denominato CARDIA (Coronary artery risk development in young adults ), era di valutare se esiste un legame tra l'esposizione al fumo e lo sviluppo di intolleranza al glucosio o diabete. I partecipanti erano rappresentati da uomini e donne di razza bianca e nera (età 18-30 anni) con nessuna alterazione del metabolismo glucidico al baseline: 1386 erano fumatori, 621 ex-fumatori, 1452 non fumatori con esposizione al fumo passivo (concentrazioni sieriche di cotonina comprese tra 1 e 15 ng/ml) e 1113 non fumatori senza esposizione al fumo passivo. Durante il follow-up di 15 anni il 16,7% dei soggetti sviluppò una intolleranza al glucosio che si dimostrò essere più probabile nei fumatori (21,8%) e nei non fumatori esposti al fumo passivo (17,2%). Negli ex-fumatori la percentuale era del 14,4% e dell '11,5% nei non fumatori non esposti al fumo passivo. Lo stato di fumatori aumentava il rischio di sviluppo di diabete del 65% (IC95% 27-113) mentre l'esposizione al fumo passivo lo aumentava del 35% (IC95% 6-71). Gli autori concludono che l'esposizione al fumo (sia attivo che passivo) aumenta il rischio di sviluppo di intolleranza al glucosio nei giovani adulti. Tale associazione risulta più evidente negli individui di razza bianca, sia di sesso maschile che femminile.
Fonte: BMJ 2006 May 6; 332:1064-1069
Commento di Renato Rossi
Nonostante lo studio possa essere gravato da bias, in quanto non è mai possibile correggere completamente tutti i fattori di confondimento, i risultati sono concordi con l' ipotesi che il fumo possa aumentare la resistenza all'insulina. In realtà studi precedenti avevano dato risultati contrastanti. Quest'ultimo lavoro ha alcuni pregi, rispetto agli altri, come la casistica che è stata stratificata per sesso e razza ed è relativamente numerosa (oltre 4.500 partecipanti), un follow-up molto lungo (15 anni) e la determinazione di stato di esposizione al fumo passivo tramite la concentrazione sierica di cotonina. Per contro i limiti, come si è detto, sono i soliti degli studi di questo tipo, soprattutto l'impossibilità di tener conto di tutti i fattori confondenti che potrebbero aver influenzato lo sviluppo dell'intolleranza al glucosio. E' ormai ampiamente accettato che il fumo provoca danni alla salute a livello di numerosi organi e apparati (respiratorio, cardiovascolare, urinario, ecc.) ed è una delle concause o un fattore di rischio importante per patologie molto frequenti come la cardiopatia ischemica, la broncopatia cronica ostruttiva, le neoplasie polmonari e laringee. Ora si aggiunge anche la possibilità concreta che il fumo (sia attivo che passivo) aumenti il rischio di diabete, una patologia cronica che a sua volta influenza numerosi esiti negativi a livello di organi bersaglio come il cuore, il cervello, i reni, gli occhi. Insomma una ragione in più per consigliare con forza ai fumatori di smettere e per far applicare diffusamente la proibizione di fumare nei luoghi pubblici.
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