Nel corso del 2002 sono stati pubblicati numerosi studi che hanno confermato l'efficacia dei bifosfonati nella prevenzione delle fratture in pazienti osteoporotici. Inoltre ulteriori evidenze sulla loro lunga durata d'azione hanno permesso la somministrazione intermittente di questi farmaci.
Un potente bifosfonato, lo Zolendronato può essere addirittura somministrato ad intervalli di un anno producendo modificazioni della densità ossea e del turnover osseo comparabili con quelli prodotti dalla terapia orale giornaliera convenzionale usata per l'alendronato e il residronato: se tale regime proverà di prevenire le fratture è facilmente immaginabile un aumento della compliance dei pazienti ed uno uso più diffuso dei bifosfonati. Ulteriori evidenze sono state pubblicate sull'utilità dei bifosfonati nel prevenire le complicanze ossee di alcune neoplasie e una possibile riduzione della mortalità nei pazienti con cancro della mammella. Il ruolo dei bifosfonati nell'osteogenesi imperfetta è stato nuovamente confermato e sono emerse nuove indicazioni nel trattamento della spondilite anchilosante, della mielofibrosi e dell'osteoartropatia ipertrofica polmonare.