In questo studio aperto, randomizzato la pravastaina non riduce la mortalità globale in prevenzione primaria in soggetti con moderato incremento delle LDL-C.
Lo studio ALLHAT ha incluso anche un sottostudio randomizzato non in cieco in cui circa 10,000 pazienti di età di 55 anni o più, ipertesi e con almeno un fattore di rischio coronarico sono stati trattati con pravastatina a 40 mg/die contro trattamento usuale. Come criterio di inclusione si scelse un livello di LDL colesterolo compreso tra 120 e 189 mg/dl per i pazienti senza coronaropatia (fu considerato antietico negare la statina a pazienti affetti da coronaropatia e livelli più alti di LDL). Dopo 4 anni, l'84% dei pazienti del gruppo di trattamento con pravastatina assumevano ancora il farmaco, a paragone del 17% del gruppo di controllo e i livelli medi di LDL colesterolo erano scesi del 28% a paragone dell'11% tra i pazienti in terapia usuale. In un periodo di follow-up di 5 anni non si osservarono differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la mortalità per tutte le cause (14.9% contro 15.3%) o per quel che riguarda l'incidenza di infarto cardiaco fatale e nonfatale (9.3% contro 10.4%). I risultati di questo studio contrastano con quelli di numerosi e conosciuti studi precedenti. Gli autori sostengono che le differenze nella concentrazione delle LDL nel gruppo di trattamento e quello di controllo non erano così marcate come negli altri studi e che lo studio ALLHAT, con 500 gruppi di lavoro interessati riflette una realtà molto più eterogenea degli altri studi.